La Stampa 29.9.16
La rivoluzione al femminile, l’unica riuscita negli ultimi secoli
Le
donne erediteranno la terra: il nuovo libro di Aldo Cazzullo racconta
perché l’avvenire è ormai nelle mani dell’ex sesso debole
di Mirella Serri
Che
cosa hanno in comune il Codice da Vinci e Cinquanta sfumature di
grigio, oltre al fatto di essere i due bestseller mondiali degli ultimi
trent’anni? Apparentemente il thriller di Dan Brown e l’erotica
narrazione di E. L. James (sadismo, bondage e dintorni), non hanno nulla
da spartire. Eppure questi romanzi seguono uno stesso ossessivo
Leitmotiv: affrontano il tema della sottomissione femminile. Descrivono,
come fa Brown, le costrizioni imposte dal genere maschile al gentil
sesso tramite la caccia alle streghe, i roghi, la marginalizzazione
sociale; oppure raccontano, come fa Cinquanta sfumature, un analogo
dominio esercitato dagli uomini i quali hanno sempre sfruttato
l’arrendevolezza delle donne che giunge fino al masochismo. Siamo, però,
al termine di un’era. In un bellissimo excursus sul mondo femminile
dalla classicità a oggi, Aldo Cazzullo racconta come le epoche della
sudditanza siano giunte al capolinea perché Le donne erediteranno la
terra (Mondadori). Così recita il titolo del nuovo libro dello scrittore
e giornalista di Alba che nel sottotitolo preconizza: «Il nostro sarà
il secolo del sorpasso».
Cazzullo si rivolge non solo al suo folto
pubblico (nell’appendice sono raccolte le lettere in cui lettori e
lettrici raccontano la storia della «donna della loro vita»), ma
soprattutto a una generazione assai speciale: quella delle ragazze
Hermione a cui appartiene sua figlia, gran cultrice della saga di Harry
Potter e della sua protagonista. Hermione, la studentessa più
intelligente, insicura, secchiona, è molto ambiziosa: è l’emblema delle
ragazze di domani.
Dati alla mano, le donne emergono a scuola e
all’università e conquistano il monopolio d’innumerevoli professioni,
dalla medicina alla magistratura, al mondo dell’industria, a quello
della scienza e dell’insegnamento: l’Italia «paese maschilista,
familista, burocratico, abitudinario», ci spiega l’autore, è parecchi
passi indietro. Però anche la Penisola si riscatterà portando a termine
nel XXI secolo «l’unica rivoluzione non fallita di questo secolo» di cui
parlava lo storico Eric Hobsbawm, riferendosi al Novecento e alla
rivoluzione femminile.
Con questa nuova impresa tra saggio e
racconto, Cazzullo si avventura in una galleria di formidabili ritratti
per descriverci la diversità delle conquiste delle donne, da Giovanna
d’Arco, a santa Caterina da Siena, a madame de Montespan, la favorita
del Re Sole, a Deborah Sampson, soldatessa sotto mentite spoglie
nell’esercito del generale George Washington, a Valeria Solesin, la
studentessa italiana morta nella carneficina al Bataclan di Parigi.
Lo
scrittore affronta pure un argomento molto peculiare: qual è stata nei
secoli delle donne prone e asservite una delle maggiori abilità
femminili? Il particolare genio dell’altra metà del cielo, spiega, si è
esplicato nella dissimulazione. Un re macedone dedicò un tempio a
Dioniso Pseudoaner, Falso uomo. Chi era questa divinità? In questo
strano modo, il sovrano rese un omaggio alle cittadine del suo regno che
con il capo coperto da corone, come se fossero elmi, e agitando rami di
mirto come lance, avevano messo in fuga una tribù di barbari.
La
tradizione dei «falsi uomini» segna come un filo rosa, è il caso di
dirlo, una lunghissima vicenda. Così, per esempio, anche le abitanti di
Mdina, l’antica capitale dell’isola di Malta, all’arrivo dei turchi si
mascherarono da soldati. E sconfissero i nemici. Così, ancora, nel 1848,
la schiava mulatta Ellen Craft fuggì vestita da gentiluomo da una
piantagione della Georgia. Miti, leggende, romanzi, opere liriche (come
il Fidelio di Beethoven) sono pieni di donne che con giubbe e pantaloni
si avventurano in territori loro proibiti (e usano in letteratura
pseudonimi maschili, come avvenne, per esempio, nel famoso caso delle
sorelle Brontë). La storia del travestimento femminile non appartiene
solo a tempi molto lontani ma sfiora i nostri più recenti giorni:
durante la maratona di Boston, proibita alle fanciulle, nel 1967 gli
spettatori scoprirono che si era iscritta una ragazza, Kathrine Switzer,
e la cacciarono. Anni dopo ritentò e vinse alla grande.
Oggi la
lunga era delle maschere e delle dissimulazioni è terminata e le donne
possono conseguire le loro vittorie alla luce del sole. Anche se la
marcia femminile all’interno del mondo del lavoro e delle istituzioni
non è finita: a Parigi, per esempio, solo il 2,6% delle strade sono
dedicate a una donna. Molto resta ancora da fare. Ma la novecentesca
Ermione (senz’acca), simbolo della donna silente a cui l’autoritario
D’Annunzio si rivolgeva («Taci. Su le soglie / del bosco non odo /
parole… Ascolta»), oggi finalmente può dire la sua e parlare. Da Ermione
a Hermione a distanza di un secolo basta aggiungere un’acca ed è tutta
un’altra storia.