La Stampa 29.9.16
“Sarà la scelta delle giovani donne
a far perdere le elezioni a Trump”
La politologa Grounds: il sessismo del tycoon ha giovato all’ex First Lady
di Letizia Tortello
«Gli
americani si dicono pronti a votare una donna come presidente, ma ci
sono ancora pregiudizi di genere da combattere. Il voto delle giovani
sarà determinante».
Jessica N. Grounds è tra i 50 «influencer»
politici degli Usa. Senza dubbio un’autorità nel panorama
internazionale, esperta di leadership femminile. Allena le donne a
entrare in politica, di recente è stata la direttrice di «Women ready
for Hillary», la campagna che ha costruito il consenso attorno a Hillary
Clinton per la corsa alle presidenziali. In questi giorni è in Italia,
per un tour di incontri con politiche donne. Ieri, è stata ricevuta da
Chiara Appendino, sindaca di Torino.
Hillary contro Trump, per la prima volta donna contro uomo. Che ruolo ha la questione di genere in questa campagna?
«Direi
un’importanza fondamentale. È la prima volta che una donna in America,
in un Paese in cui non ci sono quote rosa e le senatrici in proporzione
sono meno che in Italia, conquista la nomination per la Casa Bianca. Ci
sono stati altri 34 casi in cui il Partito Democratico ha indicato una
donna, ma per altre cariche minori».
Le affermazioni sessiste di Trump porteranno un reale vantaggio a Hillary?
«Lei
sta sfruttando il sessismo dell’avversario, durante il faccia a faccia,
ha ricordato alle donne che il repubblicano le ha chiamate “scrofe”,
“porcelle”. Trump non vincerà grazie al voto delle donne. Anche gli
uomini sensibili sono impressionati dal suo linguaggio».
Clinton,
però, non ha proprio il profilo della «cooking mom» che prepara la torta
di mele. È percepita come fredda, quasi un soldato.
«È vero.
Spesso viene criticata per una sorta di mancanza di autenticità, vi è
qualche difficoltà a mettersi in una relazione diretta con lei.
Certamente, Hillary ha rotto gli schemi. Alcune donne non sono riuscite a
entrare in empatia, ma nel corso della campagna lei si è esposta di più
personalmente, anche come madre. Sta lavorando su questo fronte, è
riuscita ad aprire un canale di comunicazione diretta con l’esperienza
delle donne».
Come si conquistano punti dall’elettorato femminile?
«Non
è tanto ciò che Hillary può fare in prima persona, ma quel che possono
fare le supporter, che spiegano a parenti e amiche perché vogliono
votare lei. Il passaparola delle donne è fondamentale. Dal 1980 si è
visto come ci sia un “gender gap”: le donne si esprimono di più a favore
del Partito Democratico».
Ma è stata abbandonata dalle femministe degli Anni 70? Come ci si risintonizza sul femminismo contemporaneo?
«È
stata un’icona per l’emancipazione. E Trump danneggia i valori
dell’America. È più seria, preparata. La cosa importante è che si
rivolga alle donne giovani, faccia capire le implicazioni pratiche di
eleggere una donna. Alcune ragazze non lo comprendono ancora fino in
fondo».