La Stampa 25.9.16
In Italia boom di richieste per liberarsi dal diavolo ma mancano gli esorcisti
Mezzo milione ogni anno. Il Vaticano: “Pochi quelli veri. Spesso Satana arriva con i riti magici”
di Lorenzo Cresci Giacomo Galeazzi
Mai tante richieste di esorcismi, ma mancano gli «scaccia-diavoli».
Luca
 ha 15 anni ed è magro come un chiodo, ma quando ascolta la preghiera di
 liberazione ribalta scrivanie di marmo e grida in greco con voce da 
film horror. Don Mario ha una vocazione travagliata e da un anno è 
seguito da un confratello perché avverte una presenza malefica che lo 
induce all’autolesionismo. Mattia ha 4 anni, ed è come impazzito da 
quando il padre si «diverte» a organizzare sedute spiritiche con gli 
amici.
Sono tre dei cinquecentomila italiani che ogni anno 
chiedono un esorcismo. Nelle diocesi i vescovi incaricano un sacerdote, 
ma gli esorcisti sono pochi rispetto alle richieste.
La recente 
morte del loro decano, padre Gabriele Amorth e il premio ricevuto alla 
mostra del cinema di Venezia dal documentario «Liberami» 
dell’antropologa e regista Federica Di Giacomo ha acceso i riflettori su
 un mondo poco conosciuto eppure fortemente radicato e in continua 
crescita.
Ricerca delle cause
«La prima virtù del diavolo è 
far credere di non esistere», spiega padre Ildebrando Di Fulvio, 
esorcista della diocesi di Frosinone. A Casamari salgono senza sosta 
persone che chiedono il suo aiuto per «contrastare il potere del 
demonio». Monaco da mezzo secolo, è stato testimone di «sofferenze 
atroci» tra le pietre millenarie dell’abbazia cistercense. Tanti temono 
di essere indemoniati, pochi lo sono davvero. Sentono strane presenze, 
hanno comportamenti fuori dall’ordinario, ma quasi sempre sono solo 
depressi cronici, persone affette da varie patologie, sindromi 
psicologiche. L’esorcista elenca i segni esteriori che distinguono un 
indemoniato da un malato psichiatrico: «Viso deformato, voce cavernosa, 
oggetti metallici o cibi mai ingeriti che escono dalla sua bocca, frasi 
pronunciate in lingue arcaiche a lui del tutto sconosciute in stato 
cosciente (ebraico, greco, latino, aramaico), una forza fisica smisurata
 e del tutto assente nel soggetto in condizioni normali, reazioni 
violente alle preghiere di liberazione e all’acqua santa».
Spesso 
la possessione si manifesta dopo la partecipazione a messe nere, sedute 
spiritiche, affiliazione a sette sataniche o gruppi di occultisti. «La 
prima volta che incontrai Mattia – racconta don Gianni Sini, esorcista a
 Olbia – eravamo qui in chiesa e prendeva a calci nelle tibie i 
genitori, non si fermava mai. Poi feci uscire lui e la mamma, mi fermai 
con il papà, un professionista affermato. Gli chiesi se avesse qualcosa 
da dire. Rispose che al sabato andava in campagna, con gli amici, e dopo
 il lavoro nell’orto facevano sedute spiritiche, così per gioco. È in 
questo modo che il piccolo Mattia ha conosciuto il Diavolo, perché il 
papà lo è andato a cercare, ne è stato il veicolo, e per questo ha una 
responsabilità morale». Eppure tra fede popolare e cultura arcaica, si 
grida troppo rapidamente alla presenza del maligno. «Solo in una decina 
di casi sulle centinaia di cui mi sono occupato, si trattava di una vera
 possessione diabolica», dice padre Di Fulvio. Da Milano a Napoli le 
descrizioni si assomigliano. Il «paziente» si innervosisce sempre più 
davanti all’esorcista.
La recita delle formule, l’acqua benedetta,
 il segno della croce scatenano insulti, tentativi di aggressione, 
bestemmie, frasi urlate in lingue antiche, forze inspiegabili in 
soggetti ridotti allo stremo da inguaribili dolori fisici. «Ad aprire le
 porte a Satana è spesso l’occultismo», afferma don Aldo Buonaiuto, 
esorcista della diocesi di Fabriano-Matelica e coordinatore del servizio
 anti-sette della comunità Giovanni XXIII. Almeno una volta nella vita, 
10 milioni di italiani si sono rivolti a maghi, fattucchiere, 
cartomanti, sensitivi, astrologi. «La maggior parte sono ciarlatani che 
truffano sprovveduti o malati disperati, ma tra loro ci sono anche 
satanisti», aggiunge don Aldo. Messe nere, sedute spiritiche, patti con 
il demonio. Che, malgrado i numeri delle denunce siano in calo, non si 
arrestano. «Ne abbiamo ricevute anche nei mesi scorsi, da Calabria e da 
Sicilia», dice Maurizio Alessandrini, presidente di «Favis», 
un’associazione che si batte contro la diffusione delle sette.«Il primo 
esorcismo è il battesimo, il più potente la confessione» aggiunge don 
Buonaiuto. Ogni esorcista ha con sé crocifisso, acqua e olio benedetti. E
 la preghiera da recitare di fronte a persone che si gettano a terra, 
urlano con voci stravolte, cercano di fuggire.
Il Vaticano corre ai ripari
Come
 Maria, una signora sarda costretta sulla sedia a rotelle da una 
malattia neurodegenerativa. Ma che, di fronte a don Sini, nel mezzo di 
un esorcismo, trova la forza di alzarsi e scaraventare a terra due 
persone. «Lascia questa anima. Non l’hai torturata abbastanza?», è il 
mantra che ripetono i sacerdoti esorcisti, convinti di riuscire nel loro
 intento, durasse anni. «Lo sfido e non ho paura, tanto vinco io», ama 
dire don Sini, che ha iniziato esorcismi 30 anni fa, ha seguito 
centinaia di casi e pronunciato migliaia di esorcismi. Di questo 
fenomeno diffuso si sa davvero poco. Ma una cosa è certa: la richiesta 
di esorcisti aumenta di anno in anno e il Vaticano è dovuto correre ai 
ripari. Prima il monito di Benedetto XVI («un esorcista in ciascuna 
diocesi del mondo»), poi i continui riferimenti ai pericoli di Satana 
nella predicazione di Francesco. Eppure non ci sono mai troppi 
sacerdoti: solo in Sardegna, ne operano sette per dieci diocesi, alcuni 
di loro hanno più di 80 anni. Discorso diverso a Milano, dove gli 
esorcisti sono raddoppiati e, come a Roma, è stato attivato un numero di
 telefono per avere informazioni e appuntamenti. Le ricerche 
dell’Associazione italiana degli psicologi e psichiatri cattolici e 
quelle dell’Associazione internazionale degli esorcisti (approvata dalla
 Santa Sede) attestano che anche la figura del mezzo milione di italiani
 che ogni anno si rivolgono a un esorcista è in fase di evoluzione. Una 
volta sembrava circoscritta ad ambienti poveri e rurali e ancora oggi, 
per il 65%, si tratta di donne di livello culturale medio-basso, 
provenienti dal centro-sud. Ma c’è quel 35% che preoccupa e che viene 
valutato oggi in modo differente, anche con meno vergogna da chi si 
rivolge a un sacerdote, dopo aver tentato inutilmente le strade della 
psichiatria. E c’è un altro dato che fa pensare: 20 su 100 delle persone
 convinte di essere possedute sono minorenni.
Patrimoni in fumo
Sono
 5 le manifestazioni del demonio: infestazione, vessazione, possessione,
 ossessione, soggezione. «Mentre mi occupavo di sette ho ricevuto dal 
vescovo l’incarico di esorcista», racconta don Buonaiuto. «Il problema è
 trovare un esorcista libero, visto che la domanda supera l’offerta - 
osserva la regista Federica Di Giacomo-.Sempre più persone affermano di 
essere possedute dal demonio. Un malessere sommerso, trasversale a 
bambini e vecchi, donne e uomini, semplici e colti. Il Diavolo non 
guarda in faccia nessuno. Una volta che ti ha preso, difficile 
liberarsene». Padre Amorth, scomparso due settimane fa, aveva 50mila 
esorcismi all’attivo, con picchi di centinaia di richieste al giorno, ma
 ha documentato di essersi trovato poche volte di fronte a vere e 
proprie possessioni demoniache. Diceva: «Non bisogna mai credere che 
tutti coloro che dicono di essere posseduti lo siano davvero. La maggior
 parte delle persone ha soltanto gravi problemi psicologici». Cautela 
come prassi. «Gli esorcismi non si fanno a cuor leggero e vanno inseriti
 in un percorso spirituale - avverte don Buonaiuto -. Il primo passo è 
il discernimento attraverso anche colloqui coi familiari e consulenze di
 medici. È fondamentale distinguere le malattie psichiatriche dagli 
interventi del maligno. Nessuno può improvvisarsi esorcista». Non 
possono farlo «i guaritori che attraverso la pubblicità promettono la 
liberazione dal demonio», ma anche «il sacerdote che compie esorcismi 
senza il mandato del vescovo è fuori dalla comunione con la Chiesa». Don
 Aldo segue molti casi di soggezione diabolica, come quello di «un 
imprenditore che per raggiungere obiettivi sempre più ambiziosi di 
carriera ha fatto promesse a Satana, sacrificando gli affetti familiari:
 ha deciso di uscirne davanti alle sofferenze dei figli». Aumentano, 
sottolinea don Aldo, le persone che si rivolgono a stregoni e occultisti
 per vendette e gelosie per ritrovarsi schiavi di sette acide che 
somministrano agli adepti Lsd e droghe e hanno alle spalle realtà più 
sofisticate: «Gestiscono le vite e si appropriano dei patrimoni di 
soggetti in stato di sudditanza». La molla è l’odio. «Il santo Benedetto
 da Chiaravalle insegna che più di tutto il diavolo teme chi si ama- 
dice don Buonaiuto-. Neppure uomini e donne di Chiesa sono esenti 
dall’azione di Satana che prende di mira anche sacerdoti, religiosi, 
suore».
L’ombra del maligno
È fra credenza e suggestione che
 si consumano casi umani. Il Male entra nelle vite di persone deboli, ma
 ignare. Per odio, gelosia o invidia. Come Paola, vittima di un 
maleficio parentale quando non era ancora nata. Come il piccolo Mattia, 
che paga a caro prezzo il «divertimento» del padre. O come una ragazza 
islamica, che quando è posseduta «striscia come un serpente» e che pur 
cerca conforto in don Sini, arrivato dall’Umbria, perché vittima di 
riti. Un Imam la segue, ma poi alza bandiera bianca e la indirizza a un 
prete cattolico. Storie differenti, manifestazioni diaboliche comuni: 
macchie sulla pelle, segni della croce che rimangono indelebili, come 
tatuaggi e, poi, durante l’incontro con simboli e immagini religiose, 
fosse solo il santino di Padre Pio, anziane che parlano lingue 
sconosciute, bambini che pronunciano parole blasfeme che dovrebbero 
essere a loro ignote, uomini e donne senza quasi più forze che invece si
 trasformano in aggressori e che, sulle mani e le braccia di don Sini, 
lasciano cicatrici.
Paola vent’anni quando bussa alla parrocchia 
di nostra Signora delle Salette, nel centro di Olbia. È vittima di un 
maleficio pronunciato da un’ava. Ma si scopre solo «interrogandola», 
come fa un esorcista con un posseduto. «Anni di visite psichiatriche e 
analisi mediche non erano state in grado di svelare che cosa avesse», 
ricorda il sacerdote. Era il Diavolo, che si era impossessato di lei . 
La maledizione di una parente «verso quel figlio che porterai in 
grembo». E che trova Paola quale vittima sacrificale. Proprio come 
Mattia, a quattro anni costretto a subire i malefici delle sedute 
spiritiche del padre imprenditore che trascorre i sabati con gli amici a
 «evocare gli spiriti di chi è morto», in sedute spiritiche nate per 
gioco. Non sempre il Male, però, si può riconoscere e sconfiggere in 
poco tempo. «Ci sono esorcismi che durano anni», ricorda don Sini. E 
possessioni che si ripresentano: «Senza un percorso di fede non si 
sconfigge Satana. Vince chi crede».
 
