venerdì 23 settembre 2016

La Stampa 23.9.16
Saloni, tra i due litiganti Franceschini sceglie Torino
Il Mibact resta tra i soci fondatori e conferma il contributo di 600.000 euro per la prossima edizione
di Emanuela Minucci

Dopo tre giorni di suspense, il ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini ha chiarito la posizione del Mibact. Il ministero, nonostante sia naufragato il progetto di un MiTo del Libro, vale a dire un evento unico gestito in comune dalle due città, continuerà a sedere tra i soci fondatori del salone torinese, garantendo anche per la prossima edizione il contributo di 600 mila euro. Secondo il ministro ormai la rottura tra le due città non presenta margini di recupero: «Purtroppo si è persa un’occasione, ma ora la situazione è chiara: si tratta di capire come evitare che i due eventi distinti possano farsi troppo male tra di loro».
Ieri Franceschini era venuto a Torino per inaugurare un altro grande salone, quello del Gusto e di Terra Madre, giunto alla ventesima edizione, invitato dal patron Carlo Petrini. Ma l’occasione era buona per chiarire qualcosa in più sul futuro del Salone del Libro di Torino: «Siamo entrati quattro mesi fa nella Fondazione e non c’è ragione per uscirne, ora discuteremo con Torino come la manifestazione può essere legata alla promozione della lettura, che è la nostra missione, che garantisce e giustifica la nostra presenza» ha detto il ministro.
Poi, mentre si complimentava con i direttori dei principali musei cittadini per la disponibilità data a intrecciare spazi adibiti alla cultura con stand enogastronomici, ha aggiunto: «La nuova manifestazione milanese dedicata al libro è un evento di natura prettamente commerciale e il ministero dei Beni Culturali «non parteciperà: d’altronde non ce l’hanno chiesto».
Dopo appena un’ora è arrivata la risposta - piccata - dell’Aie: «Perché la manifestazione milanese dedicata al libro dovrebbe essere “un evento di natura prettamente commerciale”? L’invito al ministro Franceschini lo facciamo oggi pubblicamente, visto che l’invito formale lo abbiamo già spedito. Lo aspettiamo non solo per l’inaugurazione del 19 aprile, ma già per la presentazione del 5 ottobre a Milano. Avrà così modo di partecipare da protagonista alla presentazione per sincerarsi del fatto che “la manifestazione milanese dedicata al libro” è un vero evento di promozione del libro e della lettura».
Immediata la contro-replica del ministro, dettata alle agenzie subito dopo essere atterrato a Roma: «Non ho mai detto che non andrò alla fiera del libro di Milano, ho detto che non saremo parte della società». «Del resto - ha aggiunto - siamo dentro il Salone di Torino, che è una fondazione senza scopo di lucro, mentre è evidente che non parteciperemo alla compagine azionaria di Milano, anche perché ciò ci è impedito proprio dalla sua natura di società commerciale tra Fiera di Milano e Aie». Ma Motta rilancia ancora: «C’è scritto in qualche legge che il Salone deve essere per forza a Torino?». E poi elenca i vantaggi «milanesi»: «Siamo noi editori a organizzarla e non è vero che Torino ce l’avrebbe data in gestione. Avevamo anche chiesto di comprarlo il Salone, nel marzo scorso, presente l’assessore Antonella Parigi, ma non ci hanno neppure risposto».