La Stampa 20.9.16
Legge elettorale, la Consulta rinvia
Sentenza solo dopo il referendum
Boschi: se vincono i No sarà Mattarella a decidere cosa dovremo fare
di Ugo Magri
La
Corte costituzionale darà la precedenza al popolo, e sui ricorsi contro
la legge elettorale deciderà soltanto dopo che gli italiani si saranno
espressi nel referendum: così ha deciso ieri il plenum quasi al completo
(mancava Giuliano Amato). Fosse dipeso dal presidente, Paolo Grossi, il
verdetto sarebbe arrivato puntuale il 4 ottobre senza curarsi del
referendum, anzi proprio per dare un dare un segnale forte di
indipendenza dalla politica. Ma il gesto di autonomia avrebbe avuto
l’effetto di risucchiare la Consulta nel gorgo delle polemiche.
Qualunque decisione avesse preso, pro o contro l’«Italicum», sarebbe
stata accusata di interferire con la campagna referendaria.
Inoltre
tra i giudici era già emersa una quantità di ragioni, non politiche ma
«tecniche» o di buon senso, a sostegno del rinvio. Per citarne una:
l’«Italicum» non vale al Senato sul presupposto che, tanto, cambierà
tutto e resterà soltanto la Camera. Il Tribunale di Messina invece ha
fatto ricorso alla Corte con la motivazione che a, se vincessero i «No»,
ci ritroveremmo con due sistemi elettorali diversi, uno a Montecitorio
(l’«Italicum») e un altro a Palazzo Madama (il «Consultello»). Prima di
decidere, hanno osservato alcuni giudici, tanto vale a questo punto
sentire che cosa ne pensano gli elettori.
Il presidente Grossi ha
preso atto delle perplessità. Avrebbe potuto battere i pugni sul tavolo e
dire: «Ho già deciso che la legge elettorale si discuterà il 4 ottobre e
di lì non mi muovo». Però così si sarebbe spezzata una prassi di «bon
ton» sempre osservata, secondo cui la Corte sospende le decisioni quando
lo chiedono uno o più membri. Grossi, dopo un giro di tavolo, ne ha
preso atto. Il comunicato non specifica quando la Consulta tornerà a
occuparsi di «Italicum». A dire il vero non si sa nemmeno la data esatta
del referendum, e Grillo protesta. Il governo promette che lo farà
sapere all’inizio della prossima settimana. Nell’attesa, Maria Elena
Boschi sdrammatizza: se vinceranno i «No», sarà «Mattarella a decidere
che cosa dovremo fare». E se dirà di andare avanti, Renzi si adeguerà.