La Stampa 13.9.16
Salone del Libro verso un modello MiTo
Nel
vertice romano con i rappresentanti di Milano e Torino il ministro
Franceschini ha proposto un evento unico suddiviso tra le due città. Ora
agli editori l’ultima parola
Giuseppe Laterza fin dall’inizio
della disputa per il Salone del Libro si è prodigato per superare il
conflitto tra Torino e Milano
di Maurizio Tropeano
«Mai
mettere il carro davanti ai buoi». Sergio Chiamparino, presidente della
Regione Piemonte, usa questo proverbio per sintetizzare l’esito del
vertice romano con i ministri della Cultura Dario Franceschini e
dell’Istruzione Stefania Giannini - a cui hanno partecipato anche, tra
gli altri, i sindaci di Torino e Milano, Chiara Appendino e Giuseppe
Sala, il presidente degli editori Federico Motta e Massimo Bray, in
rappresentanza della Fondazione per il Libro - convocato al fine di
evitare che Torino e Milano si facciano la guerra per organizzare il
Salone. Per ora lo scontro frontale è stato scongiurato. Anzi, se la
proposta del ministro della Cultura Dario Franceschini dovesse diventare
realtà, le due città saranno protagoniste di un unico Salone
internazionale del Libro. Adesso l’ultima parola è quella degli editori:
«È il primo round. La decisione finale e poi l’organizzazione spetterà a
loro», ha spiegato Sala alla fine dell’incontro.
Toccherà a un
gruppo di quattro saggi - l’ex ministro Massimo Bray per Torino, Renata
Gorgani per Milano e due dirigenti ministeriali - verificare gli
strumenti tecnici e giuridici per realizzare il «lodo Franceschini»,
cioè un unico Salone con date identiche e una governance comune. Saranno
loro a definire anche le specializzazioni di Torino e Milano. Dunque si
lavora per una differenziazione delle offerte, ma solo all’interno di
un confine preciso segnato da due paletti messi dal ministro. Il primo:
non ci dovrà essere un evento che prevale sull’altro. E il secondo:
«Torino non sarà il fuori-salone di Milano e viceversa».
La
ministra dell’Istruzione Stefania Giannini è andata oltre: «Il Salone
del Libro era e continua a essere il punto di riferimento nazionale:
questo incontro ci ha fatto fare un passo avanti importante per
un’ipotesi, che è quella che come governo vogliamo perseguire, di una
sintesi tra queste due manifestazioni che rafforzi e specializzi nelle
due differenti location un’attività molto importante per tutti». E ha
aggiunto: «Non si tratta di mantenere Torino o avviare Milano, ma di
fare una sintesi: il Miur è entrato convintamente e con determinazione
nel Salone di Torino, prima che si aprisse questa vicenda, per il
semplice principio che la lettura e la diffusione della lettura - non
solo nella scuola, ma a partire dalla scuola - è una leva di sviluppo
culturale del paese assolutamente necessaria».
La prima riunione
operativa del gruppo di lavoro è fissata per giovedì e la sindaca di
Torino, Chiara Appendino, come segno di disponibilità ha deciso di
rinviare la riunione della Fondazione che avrebbe dovuto ultimare la
stesura del nuovo Statuto. Tra i compiti dei saggi, infatti, c’è anche
quello di definire la governance dell’evento unitario. Qui i problemi
sono di carattere legale e prima o poi sarà individuato uno strumento
giuridico valido che tenga insieme pubblico e privato.
Più
complicato sarà trovare «il miglior equilibrio per fare un’unica
proposta che vada un po’ nell’ottica di un “MiTo” libri come c’è nella
musica», spiega Sala. «Nessuno ha posto condizioni - precisa Chiamparino
- se non lavorare su una piattaforma chiara: che è un evento unico, che
mette insieme Torino e Milano con specializzazioni sia a livello di
fiera sia di eventi culturali di accompagnamento alla fiera». Il tavolo
romano ha deciso di affidare all’Aie un ruolo di primo piano nella
gestione dell’evento. In caso di accordo, i due ministeri sono pronti ad
aumentare il loro impegno di carattere finanziario. In caso contrario
resteranno a fianco di Torino.