domenica 11 settembre 2016

La Stampa 11.7.16
Raggi, si apre un altro fronte: il Vaticano
Nella crisi romana si apre un nuovo capitolo: la tensione fra Campidoglio e Vaticano
di I. Lomb.

La sindaca di Roma ha dato forfait a un incontro organizzato dalla Cei acuendo i rapporti già tesi fra le due sponde del Tevere. Sempre di ieri, infatti, è l’attacco a Virginia Raggi dell’«Osservatore romano», che lancia l’allarme su una «Capitale in stato di abbandono». La sindaca: «Su di me e sul corpo di Roma si sta combattendo una guerra tra fazioni nel M5S».

Con il passo svelto e sbrigativo che lo contraddistingue, quasi che la tonaca fosse solo d’intralcio, monsignor Nunzio Galantino si dirige verso i giornalisti consapevole della domanda che gli stanno per porre: deluso che Virginia Raggi non sia qui? «Sarei deluso se non fossero venuti i ragazzi». Il segretario generale della Cei parla all’ingresso dell’Aula Nervi in Vaticano dove ieri i ragazzi di Azione Cattolica avrebbero dovuto tenere un confronto con la sindaca di Roma. Raggi ha dato forfait all’ultimo momento, per «motivi personali». Anche se sulla tempistica le versioni discordano. Perché dal Campidoglio confermano che l’indisponibilità della sindaca fosse stata comunicata già venerdì sera. Da Azione cattolica invece sostengono che solo ieri mattina abbia dato la disdetta, lasciando intendere che Raggi non avrebbe gradito le interviste a Stampa e Corriere in cui Galantino parlava di una città in stallo.
Il monsignore ribadisce il concetto più volte: «Non so se sia in difficoltà (la sindaca, ndr), non è a me che dovete chiederlo. Le mie preoccupazioni sono quelle di qualsiasi cittadino che vuole che la città sia governata. Tutti dovrebbero accogliere l’appello all’ascolto». A quel dialogo - intende Galantino - che la Chiesa italiana e il Vaticano vogliono aprire con la nuova giunta capitolina. Da mesi si stanno sondando a vicenda, e dalle parti della Santa Sede considerano Raggi su posizioni meno oltranziste di quelle di molti attivisti romani, nonostante in piena campagna elettorale avesse chiesto il pagamento dell’Imu sui beni immobili dei vari ordini religiosi. Non è passato inosservato agli attenti spettatori delle cronache quotidiane che vivono Oltretevere, come Raggi, nel pieno della bufera capitolina, si sia fatta fotografare a San Pietro per la beatificazione di Madre Teresa di Calcutta.
Galantino usa il linguaggio dell’ironia, scherza con chi insiste sull’assenza di Raggi - «Mi vede preoccupato, teso?» - ma nell’atmosfera di giubilo, mentre i ragazzi preparano i balli e i concerti, è evidente la sensazione di imbarazzo, espressa anche dall’assessora alle Politiche sociali Laura Baldassare, costretta a presenziare al posto della sindaca. E’ accanto a lei che Galantino avverte la miopia e la poca furbizia «di chi si concepisce autosufficiente».
Nella Roma di Suburra, di mondi di sotto e di sopra, in questa città condannata dalla sua stessa fama cementificata sui segreti veri o presunti di una parte o dell’altra del Tevere, Galantino cerca un confronto schietto: «Basta con gli inciuci o con gli accordi sotterranei. Manteniamo il rispetto di ciò che ognuno di noi è senza andare in ordine sparso. Lavoriamo insieme o faremo solo danni». Il segretario dei vescovi italiani si rivolge a tutte le istituzioni, ma risponde a una domanda su Roma. La Chiesa e il Vaticano cercano un interlocutore perché i problemi sono tanti, dalle periferie alla questione dei migranti al Giubileo, alle prime unioni omosessuali che Raggi celebrerà il prossimo 17 settembre.
Sarà stato un caso, ma certo la coincidenza fa pensare se proprio ieri con modi meno sottili di Galantino l’Osservatore Romano, il quotidiano del Papa, ha voluto lanciare il suo allarme sulla Capitale dove, scrive, «a riprova dello stato di abbandono in cui per certi aspetti versa la città, pochi minuti di pioggia sono bastati per provocare la caduta di numerosi alberi, danneggiando alcune automobili e mettendo a serio rischio l’incolumità dei cittadini». Roma è la città del Pontefice, è la vetrina che svela la cupola si San Pietro, dove è ancora fresco il ricordo del disastro compiuto dal Pd in lotta con il suo sindaco. E subito viene alla mente Ignazio Marino scaricato da papa Francesco, quando si pensa a passati sgarbi istituzionali a cui forse non è paragonabile la mancata presenza di Raggi. O forse sì, visto come l’hanno presa in Vaticano.