Il Sole Domenica 18.9.16
La Biblioteca
Giovanni Zucca, Pietro Ingrao, mio fratello , ed. L’asino d’oro, Roma, pagg. 292, € 16
Stalin e i brividi di Ingrao
di Giorgio Dell'Arti
Anagrafe.
Pietro Ingrao, secondo dei quattro figli Renato Ingrao e Celestina
Notarianni, nato a Lenola, provincia di Latina, si spostò con la
famiglia a Formia perché il padre diventò segretario comunale, quindi a
Roma. Laureato in Lettere, nel 1935 aveva iniziato a seguire un corso di
regia.
Cinema . Ingrao, che abbandonò gli studi di cinema il 17
luglio 1939, il giorno in cui Franco insorse contro la Repubblica
spagnola, e poi s’iscrisse al Partito Comunista.
Chaplin . Regista preferito di Pietro Ingrao: Charlie Chaplin.
Schiaffo.
Pietro Ingrao, che perse la testa per Laura Lombardo Radice, compagna
di cospirazioni, con cui s’incontrava ai concerti nella Basilica di
Massenzio per scambiare messaggi e documenti. Una volta che provò ad
allungare le mani si prese uno schiaffo.
Ossessione. Ingrao, già
ricercato dalla polizia in quanto cospiratore comunista, collaborava
intanto al primo film di Luchino Visconti, Ossessione.
Guido. Nome di battaglia di Pietro Ingrao durante la Resistenza: Guido.
Capo.
Ingrao, ricercato dalla polizia, lasciò Roma per Milano e da lì sarebbe
dovuto andare in Svizzera. Ma non sapeva sciare e decise di rinunciare.
A Roma, però, lo credevano oltrefrontiera, così i compagni rimasti
liberi lo descrissero come uno dei capi della cospirazione. Finì a
nascondersi in Calabria fino alla caduta di Mussolini e al governo
Badoglio.
Treni. «Mi imbarcai su uno di quei treni di guerra,
arruffati e stipati come un uovo, sempre scrutando di non esser seguito
da qualche sbirro: tra la folla di gente accatastata e interrogante,
tutti a loro modo in cerca di notizie o chiarimenti sui luoghi,
masserizie, situazioni, o per una semplice voglia di comunicare: di
afferrare l’oscuro domani» (Ingrao).
Ortona. Su Ortona, a lungo combattuta tra tedeschi e italiani, caddero più di un milione di colpi di cannone.
Mamme.
La mamma di Ingrao, rifugiatasi a Lenola insieme alle figlie femmine e
alle nipoti, avendo sistemato tre ebrei in una casupola in mezzo alla
campagna, decise che le figlie dovessero andargli a portare da mangiare:
«Ho i miei figli spersi per il mondo. Voglio aiutare questi figli di
altre mamme, nella speranza che qualche altra mamma aiuti i miei».
Prigione.
«A volte un sospiro che pareva giungesse di sotto terra, un colpo di
tosse, lo strascicare di un piede mi rendevano sempre più conscio che
attorno a me, nel breve spazio di pochi metri, invisibili a intorpiditi,
altri esseri come noi si sentivano soprattutto prigionieri
dell'inesorabile lentezza del tempo, del martellare continuo delle ore,
dei giorni e delle notti» (Guglielmo Petroni, prigioniero a via Tasso).
Manifesti.
Sui manifesti elettorali per la monarchia, 1948: «Madre, salva i tuoi
figli del bolscevismo»; «Nel segreto della cabina elettorale Dio ti
vede, Stalin no!». Sull’Unità, direttore Pietro Ingrao, il 18 aprile:
«Per la pace, la libertà e il lavoro vota Fronte democratico popolare».
Risultati.
Risultati elettorali: Democrazia cristiana: 48 per cento e oltre.
Fronte popolare: 31 per cento. Ingrao, che s’era candidato, venne
eletto.
Ingrao. Convocato nel 1950 dai vertici del Cominform a Bucarest perché l’Unità dà poco spazio ai successi dell’Unione Sovietica.
Togliatti.Tornato
in Italia, rassegna le sue dimissioni a Togliatti. «Sono pronto a farmi
da parte, compagno Togliatti». E lui: «Perché? Per le critiche del
Cominform? Resta al tuo posto e vai avanti come prima».
Stalin.
Titolo dell’Unità per la morte di Stalin, 6 marzo 1953: «Gloria eterna
all’uomo che più di tutti ha fatto per la liberazione e per il progresso
dell’umanità». Il giorno dopo: «L’opera di Stalin è immortale! Viva la
sua causa invincibile!».
Brividi. «Ancora oggi rabbrividisco se
penso ai peana e alle pagine traboccanti che avevo pubblicato in quel
mio giornale nei giorni della morte di Stalin» (Ingrao, anni dopo,
commentando quei titoli).
Vecchiaia. «Mi piacciono troppe e
disparate cose della vita e, con gli anni, questa disposizione si è
acuita. Perciò siate gentili con la mia vecchiaia»
(Pietro Ingrao).
Notizie tratte da: Giovanni Zucca, Pietro Ingrao, mio fratello , ed. L’asino d’oro, Roma, pagg. 292, € 16