Il Sole 25.9.16
La (pericolosa) disaffezione degli americani per i media
di Luigi Zingales
Domani
sera (ora americana) ci sarà il dibattito presidenziale più seguito
della storia (si parla di 100 milioni di spettatori). A determinare
tanto interesse, non c’è solo la natura eccezionale dei candidati:
l’improbabile Trump con le sue incredibili sparate razziste e la prima
donna candidato, sopravvissuta a più scandali del nostro Andreotti.
L’evento è così importante perché potrebbe essere determinante per le
elezioni. I sondaggi danno i candidati testa a testa e - più che in
passato - molti elettori decideranno sulla base dell’opinione che si
formeranno durante il dibattito. Il motivo è che non si fidano più dei
media.
Un sondaggio effettuato regolarmente da Gallup ci mostra
una discesa sorprendete: nel 2000 il 51% degli elettori americani si
fidava dei media, con poca differenza tra Repubblicani, Democratici, ed
Indipendenti. Oggi, solo il 32% si fida, con un’enorme variazione tra i
tre gruppi: il 51% dei Democratici si fida dei media, contro il 30%
degli Indipendenti, e il 14% dei Repubblicani. Non sorprende dunque che
nelle primarie tanto più i media ridicolizzavano Trump, tanto più lui
prendeva voti: con una fiducia verso i media così bassa, le loro
critiche risultavano pubblicità gratuita. Anche gli Indipendenti che,
come sempre, decideranno le elezioni, non sembrano fidarsi molto dei
media, quindi saranno i dibattiti a determinarne il loro voto.
Perché
i cittadini americani hanno perso fiducia nei media? Ci aiuta a
rispondere alla domanda un articolo pubblicato sull’ultimo numero di
Scientific American. Contiene un’indagine sui rapporti tra media e
l’agenzia governativa che controlla la sicurezza delle medicine e del
cibo (Fda). Secondo Scientific American la Fda regola arbitrariamente
l’accesso dei giornalisti alle informazioni per influenzare il contenuto
dei loro articoli. È la tattica perfezionata da Alastair Campbell, capo
della comunicazione dell’allora primo ministro inglese Tony Blair. Ai
giornalisti “amici” vengono fornite informazioni in anticipo, a quelli
nemici non solo viene negato l’accesso alle fonti, ma sono spesso
depistati. Una delle fonti spesso discriminate dalla Fda è Fox, la
televisione ultraconservatrice. Questo potrebbe spiegare la scarsa
fiducia dei Repubblicani.
A noi italiani queste interferenze sui
media non sorprendono: sono sempre state all’ordine del giorno. Ma in
America, la patria del giornalismo investigativo e del Watergate,
risultano nuove ed inaccettabili. Sono il prodotto di un’inversione del
rapporto di forza tra media e poteri costituiti. Una volta i media erano
profittevoli e potevano permettersi di mettere in ginocchio sia i
presidenti (vedi Nixon) che le società (vedi il caso contro British
American Tobacco). Oggi i media tradizionali, sull’orlo del fallimento,
sono alla caccia disperata di scoop per sopravvivere e quindi sono in
balia delle fonti.
Perché i Democratici continuano a fidarsi? Oggi
il governo e tutte le principali imprese sostengono massicciamente la
Clinton, per paura di cosa possa fare un candidato anti establishment.
Non è tanto il suo razzismo a spaventarli, ma la sua ingovernabilità. Se
eletto Trump potrebbe introdurre barriere doganali o liberalizzare
l’importazione delle medicine dal Canada (dove costano una frazione di
quello che costano negli Stati Uniti), perché non è stato finanziato
dalle principali imprese. I “poteri forti” votano tutti per Hillary e
per questo gli elettori non sfacciatamente Democratici non si fidano di
quello che viene riportato dai media.
Purtroppo in questa spirale
di sfiducia, a perderci è la verità dei fatti. Se gli elettori non si
fidano dei media, chi garantisce che ad essere eletto non sia chi la
spara più grossa? Per fortuna nelle elezioni presidenziali esistono i
dibattiti televisivi e la posta in gioco è talmente alta da attirare
l’interesse degli elettori. Ma per tutto il resto? Raramente gli
elettori guardano i dibattiti tra senatori e quasi mai tra membri del
Congresso. Una democrazia senza una stampa indipendente non funziona. Su
questo noi italiani possiamo dare lezioni.