Il Sole 24.9.16
Festival del diritto. Confronti a Piacenza
Gli ultimi, i profughi e il diritto di avere la dignità di un nome
di Patrizia Maciocchi
Il
 diritto di avere diritti, il diritto all’orma. Gustavo Zagrebelsky, 
intervenuto alla prima giornata del Festival di Piacenza, ricorda il 
verso di Leopardi «tutto al mondo passa e quasi orma non lascia». Il 
giurista attira l’attenzione sul «quasi». Le nostre opere sono effimere 
ma non del tutto perché c’è un deposito delle esperienze. Ma non possono
 lasciare nessuna impronta i 69 milioni di bambini al di sotto dei 5 
anni destinati a morire entro il 2030 secondo il rapporto dell’Unicef, 
spesso prima ancora di avere un nome. Nessuna impronta lasciano i 
milioni di profughi senza terra, siriani, turchi, sudamericani in un 
mondo nel quale non c’è più spazio per nessuno. Un mondo che cerca solo 
il modo per “smaltirli” pensando a piattaforme galleggianti o a navi in 
disarmo. Eppure – afferma Zagrebelsky – tutti dovremmo poter partecipare
 alla cultura, altrimenti siamo fuori dall’umanità. Malgrado questo non 
sia, malgrado si resti al sicuro nelle proprie case guardando immagini 
di morte attraverso le moderne tecnologie, si riesce comunque a parlare 
di dignità senza arrossire. Entrambi i candidati alla Casa Bianca – 
sottolinea Zagrebelsky - hanno affermato che lo stile di vita americano 
non è negoziabile, come non lo è quello delle altre culture europee. 
Ognuno deve stare al suo posto: «Lo stato sociale non è per tutti ma 
solo per quelli di casa».
Di diritti fondamentali parla anche la 
giudice della Corte costituzionale Silvana Sciarra. «La dignità sta 
nella libertà dal bisogno e dunque nei salari sufficienti, nell’accesso 
al lavoro, nella tutela della salute». La Consulta – ricorda Sciarra – 
ha affermato la dignità nelle sue declinazioni: quella dell’embrione, il
 diritto alla riservatezza, la dignità dello straniero anche privo del 
permesso di soggiorno. Sciarra riconosce il ruolo delle Corti 
nell’interpretare i diritti, ma si chiede se lo fanno sempre bene. Un 
limite sta nel misurarsi con Stati indeboliti dalla crisi economica. Il 
problema per la giudice è nell’assicurare l’effettività del diritto, a 
cominciare dall’accesso al lavoro. «La dignità – afferma – deve essere 
anche uguaglianza di sacrifici, le misure di austerità non devono 
incidere sui diritti fondamentali, come il cibo e la salute. In Grecia –
 ricorda – il consiglio di Stato è intervenuto sui salari al di sotto 
della soglia di povertà, attraverso il diritto alla contrattazione 
collettiva». È comprensibile per la giudice che ci sia un’esigenza di 
contenimento di spesa, ciò che conta però è l’elemento della 
“temporaneità”: un diritto attenuato da una legge di stabilità deve 
essere “restituito”. Le Corti si occupano di pubblico impiego e di 
pensionati, Silvana Sciarra avverte però che ci sono anche i poveri, gli
 ultimi. Il filosofo Remo Bodei ricorda che gli uomini sono fatti tutti 
della stessa acqua, la differenza la fanno le rive, se sono larghe il 
fiume scorre tranquillo se, sono strette e tortuose l’acqua si 
intorbida. Oggi si parlerà ancora di migranti con il ministro 
dell’interno Angelino Alfano, di carceri, con Giuseppe Cascini e di equo
 processo con Franco Coppi e Armando Spataro.
 
