Il Sole 20.9.16
Pubblico impiego. Risorse e regole da rivedere
Statali, doppia incognita sul rinnovo dei contratti
di G.Tr.
Le
dimensioni della dote aggiuntiva che sarà messa a disposizione dalla
legge di bilancio rimane la variabile fondamentale per il rinnovo dei
contratti nel pubblico impiego. Per far ripartire le trattative, però,
bisogna “sminare” il campo da alcune regole della riforma Brunetta
finora rimaste inattuate perché avrebbero dovuto entrare in gioco giusto
alla prima tornata contrattuale successiva, finora rimasta in stand by:
gli ostacoli principali sono rappresentati dalla rigidità delle «fasce
di merito», che imporrebbero di dedicare ai premi individuali la «quota
prevalente» dei fondi decentrati concentrando sul 25% del personale il
50% delle risorse, e dalla forte limitazione delle regole contrattuali
realizzata fissando per legge una serie di materie prima lasciate alle
relazioni sindacali.
È questo l’orizzonte delineato dai sindacati
nelle scorse settimane negli incontri bilaterali all’Aran, e il tema
sarà al centro di una riunione collettiva dopodomani. In questi giorni
sono circolate varie ipotesi di lavoro, dal contratto-ponte (spalmare le
poche risorse disponibili e lasciare ai prossimi passi la revisione
delle regole) all’accordo “politico” pre-contratto, ma senza l’atto di
indirizzo da parte della Funzione pubblica, cioè il documento che fa
partire le trattative vere e proprie, il confronto deve per ora
limitarsi nei fatti a individuare i problemi sul campo. Un po’ più
avanti è solo il comparto della sanità, dove l’atto di indirizzo è in
via di elaborazione da parte del comitato di settore, dove però siedono
gli amministratori regionali e non il governo.
Il superamento del
meccanismo delle «fasce» previsto oggi e l’allargamento delle materie da
lasciare alle trattative sindacali sono fra gli obiettivi anche del
Governo, e trovano spazio nelle bozze di testo unico del pubblico
impiego attuativo della riforma Madia. Il decreto, però, non arriverà al
traguardo prima di giugno (il governo ha tempo fino a febbraio per il
primo via libera), e quindi ha un calendario troppo lungo per una
contrattazione chiamata a ripartire da luglio 2015:?la manovra, allora,
diventerebbe importante anche per accelerare i tempi, tramite la
sospensione delle regole più “problematiche” della vecchia riforma o un
anticipo di quelle della nuova.
Accanto alla cornice, però, rimane
fondamentale la questione economica:?per i numeri finali bisogna
aspettare che si assesti il quadro della manovra, ma se i 500 milioni
circolati in questi giorni si aggiungono ai 300 già in campo si
arriverebbe poco sopra l’1% della massa salariale. Per i sindacati la
coperta resta stretta, ma c’è da considerare anche che ogni aumento
ipotizzato per gli statali deve trovare un equivalente nel fondo
sanitario e nei bilanci di regioni ed enti locali per l’altro personale.