mercoledì 14 settembre 2016

Il Sole 14.9.16
La proposta. L’obiettivo: 600mila nuovi posti
Piano della Cgil per l’occupazione di donne e giovani
di Giorgio Pogliotti

ROMA Un piano straordinario dedicato all’occupazione femminile, giovanile e ai disoccupati di lungo periodo. La Cgil, aggiornando il piano del 2013, ha illustrato ieri una proposta per creare 520mila nuovi posti di lavoro pubblici e 80mila privati (tra cooperative e start-up) con un impegno di spesa pubblica tra il 2017 e il 2019 di oltre 30 miliardi di euro, nella convinzione che possa generare 1 milione 368 mila occupati aggiuntivi, diretti e indiretti.
Il piano propone l’assunzione a tempo indeterminato di 100mila persone nella pubblica amministrazione da impiegare tra l’altro per l’integrazione digitale, l’aumento prestazioni di diagnostica, di 20mila ricercatori per la green economy (cicli delle energie rinnovabili, riutilizzo dei rifiuti), oltre a 300mila contratti straordinari (3 anni + 3 che danno diritto a crediti formativi, titoli per i concorsi pubblici) per la prevenzione antisismica, la manutenzione del territorio e bonifiche, a 100mila contratti triennali nei beni culturali e archeologici. Con facilitazioni amministrative e di credito (un bonus o trasferimento di 20mila euro a fondo perduto per ogni socio) si prevedono 60mila occupati in nuove cooperative in agricoltura biologica, tutela del territorio, assistenza familiare e 20mila occupati in nuove imprese giovanili per risparmio ed efficienza energetica, housing sociale.
Il costo per finanziare il piano è di circa 10 miliardi e 149 milioni di l’anno (30 miliardi e 448 milioni nel triennio), contando gli effetti fiscali (Irpef di ritorno), di cui 2 miliardi e 424 milioni annui strutturali per le assunzioni stabili. La Cgil stima che il tasso di disoccupazione scenderebbe al 4,8% nel 2019, con una crescita cumulata di 5,7 punti di Pil reale. Sono tre le ipotesi per finanziare il piano. La prima poggia sul cambiamento delle politiche europee, con l’adozione della proposta della Ces per un piano di investimenti pubblici di 260 miliardi all’anno per 10 anni e la sospensione del Patto di stabilità per tre anni. Come seconda opzione la Cgil rilancia la patrimoniale sulle grandi ricchezze di tipo progressivo, per 20 miliardi di entrate annui. La terza opzione poggia sulla riduzione dell’evasione con la trasmissione via app all’Agenzia delle entrate delle fatture Iva (si stima un aumento delle entrate annue fra 30 e 40 miliardi).
Intanto, in vista della riunione finale del 21 settembre al tavolo su pensioni e lavoro, la leader della Cgil Susanna Camusso ha detto di ritenere «difficile che possa essere un incontro conclusivo», sollecitando chiarezza sulle risorse. Sempre ieri la segretaria generale della Cgil, insieme i leader di Confindustria, Cisl e Uil ha inviato una lettera al ministro del Lavoro per denunciare «l’inerzia di molte direzioni territoriali del lavoro» nell’applicazione del Testo unico sulla rappresentanza del 10 gennaio 2014, sollecitando un intervento dello stesso Poletti.