il manifesto 9.9.16
Referendum. Renzi personalizza su Napolitano
Il
presidente del Consiglio cerca di nascondersi e sceglie un altro
portabandiera del Sì. ma sceglie anche un avversario preferito: D'Alema.
Il 15 settembre il confronto con il presidente dell'Anpi Smuraglia
Giorgio
Napolitano contro Massimo D’Alema. Archiviata la fase della
«personalizzazione», Matteo Renzi adesso non spiega più che al
referendum costituzionale si dovrà votare su di lui e sul suo governo.
Ieri pomeriggio a Reggio Emilia ha detto che bisognerà votare per l’ex
presidente della Repubblica. E contro l’ex presidente del Consiglio.
Consigliato dai sondaggi, il segretario del Pd cerca di fare passi
continui indietro e invita a spostare i riflettori su altri
portabandiera del Sì e del No. Scelti da lui o dal suo super consulente
americano. Personalizza ancora, ma dove più gli conviene.
«Questa
riforma costituzionale non è intestata a me, porta il nome e il cognome
di Giorgio Napolitano», arriva a dire Renzi nel comizio alla festa di
Reggio. Esagerazione che probabilmente risulterà sgradita allo stesso ex
presidente della Repubblica, in prima fila tra i sostenitori del Sì, ma
contrario a personalizzare una consultazione che riguarda la
Costituzione. In ogni caso il presidente del Consiglio sa come blandire
Napolitano: «È grazie a lui se questo paese è ancora in piedi».
Scelto
il padre nobile della riforma, l’alleato numero uno – che però a suo
tempo ha rifiutato l’incarico di presidente d’onore del comitato del Sì –
Matteo Renzi sceglie anche l’avversario preferito: Massimo D’Alema. Lo
nomina ormai in ogni comizio, anche ieri per girargli addosso l’accusa
di aver tentato di rafforzare i poteri del presidente del Consiglio.
«Non c’è alcun rafforzamento dei poteri del capo del governo in questa
nostra riforma», assicura Renzi – sorvolando sul fatto che il governo
potrà chiedere la votazione a data certa dei suoi disegni di legge e che
contemporaneamente verranno ridotti i poteri del parlamento – «mentre
c’era in due riforme tentate in passato, quella di Berlusconi quella di
D’Alema» (che presiedeva la bicamerale). «Tra i due c’è amore – ha
aggiunto Renzi – rispettiamolo». Non solo, l’ex presidente del Consiglio
per Renzi è anche l’autore della riforma fallita del Titolo V (in
realtà più attribuibile a Franco Bassanini, oggi sostenitore del Sì):
«Adesso D’Alema dice che lui era contrario. Ma l’ha firmata. L’avrà
firmata a sua insaputa», dice nel comizio, prima di farsi passare una
bandiera tricolore e concludere gridando «viva l’Italia che dice Sì».
Dopo
di lui a Reggio è stata la volta della senatrice Anna Finocchiaro,
presidente della commissione affari costituzionali della camera ed
esponente di «Sinistra per il Sì», la corrente del ministro Martina, che
si è confrontata con il costituzionalista e presidente onorario del
comitato per il No Gustavo Zagrebelsky. Mentre D’Alema era alla festa di
Milano, da dove ha detto che dopo il lancio di lunedì scorso a Milano
«si stanno formando diversi comitati del No, anche se io non me ne sto
occupando». «La riforma è confusa ha aggiunto – nata dalla intenzione di
semplificare, rende più complicata, più difficile la vita democratica e
restringe gli spazi di partecipazione». L’ex presidente del Consiglio
aveva annunciato un convegno di costituzionalisti per presentare la sua
riforma «minima» e possibile della Costituzione, da approvare dopo al
vittoria del No.
La data prescelta era da tempo il 15 settembre,
ma ieri l’appuntamento è stato rinviato per aspettare novità sul
versante della legge elettorale, e dunque la pronuncia della Corte
costituzionale sull’Italicum attesa per il 4 ottobre o i giorni
immediatamente successivi. Questa la motivazione ufficiale, ma sempre
ieri si è appreso che sarà proprio il 15 settemebre il giorno del tanto
atteso confronto tra Matteo Renzi e il presidente dell’Associazione
nazionale partigiani Carlo Smuraglia. Schierata per il No, l’Anpi è
stata al centro degli attacchi di parte renziana; il segretario ieri
sera però si è recato in visita allo stand dei partigiani alla festa di
Reggio. L’incontro tra Smuraglia e Renzi si terrà come da programma a
Bologna, e a moderarlo sarà Gad Lerner, scelto dalle due parti di comune
accordo.
Nel frattempo a Roma nella riunione della corrente del
Pd di Gianni Cuperlo «Sinistra dem» e si sono registrate diverse
posizioni favorevoli alla riforma. Tanto che non si esclude che anche
dalla minoranza Pd possa nascere un comitato per il Sì.