mercoledì 7 settembre 2016

il manifesto 7.9.16
Autobus e salario accessorio, le grane romane esplodono nella bufera
Trasporti. Mezzi pubblici della capitale in ginocchio: mancano 200 automezzi, tagliate 2.500 corse. Cittadini inferociti
di Giuliano Santoro

ROMA Tra le mille questioni roventi che la giunta Raggi ha ereditato, ce ne sono due che stanno esplodendo proprio mentre le polemiche imperversano: le sorti incerte del salario accessorio dei dipendenti comunali e i viaggi avventurosi e ormai proverbiali a bordo dei bus dell’Atac.
Quando ancora le elezioni erano lontane e la lunga marcia del Movimento 5 Stelle verso il Campidoglio era appena iniziata, era stato Beppe Grillo ad annunciare: «Non dobbiamo prendere in giro i romani: nell’immediato futuro, se governeremo, ci saranno effetti collaterali pesanti».
In campagna elettorale, Raggi aveva corretto il tiro, smentendo di avere un programma «lacrime e sangue». Appena insediata aveva detto: «Il salario accessorio è una delle priorità». Si era subito impegnata a risolvere la questione del pagamento della parte variabile dello stipendio che era stata congelata da Tronca. E aveva tenuto per sé la delega al personale, in segno di attenzione per i 24 mila dipendenti del Comune. Tanto più che il ministero delle finanze aveva dichiarato «illegittima» l’erogazione dei 340 milioni di euro avvenuta tra il 2008 e il 2012.
Il nuovo assessore al bilancio, Raffaele De Dominicis, si trova adesso a dover applicare le decisioni prese proprio dalla procura della Corte dei conti del Lazio che ha guidato fino a pochi mesi fa. Ecco perché ha minacciato:«Chiederò il rimborso dei salari non dovuti», suscitando le proteste dei sindacati. «Mentre sui giornali si discute con questa leggerezza di decurtare buste paga già falcidiate dalla giunta Marino, attendiamo che venga riconvocato il tavolo di confronto, che sarebbe la sede in cui discutere – fanno sapere dalla Cgil Fp di Roma e Lazio – Senza una risposta chiara della sindaca la mobilitazione e le vertenze, anche di natura legale, saranno inevitabili. La pazienza ha un limite».
Due giorni fa, poi, l’assessore alla mobilità Linda Meleo ha annunciato: «Da domani inizia una grande operazione verità. Non si poteva continuare a ingannare gli utenti dicendo loro ’Il bus passa ogni 5 minuti’ e non mantenendo poi questa promessa».
Il giro di parole sulla trasparenza è servito ad annunciare il taglio di centinaia di corse degli autobus. Reso necessario, spiegano dall’assessorato, dalla carenza di 200 automezzi sui 1.400 programmati. Salterebbero circa 2.500 corse al giorno.
«Questo a causa del mancato pagamento di alcuni fornitori di cui si sarebbe dovuto occupare il vecchio management. E di questo siamo venuti a conoscenza solo venerdì scorso. Noi siamo già al lavoro per recuperare il tempo perso e soprattutto aumentare le corse dei bus», dice Meleo.
La questione è controversa.
In campagna elettorale Raggi puntava molto sul trasporto pubblico e sui collegamenti nelle periferie. I nuovi investimenti si sarebbero finanziati con la lotta all’evasione. Tuttavia, lasciando l’azienda, l’ex dg di Atac Marco Rettighieri ha spiegato che la liquidità necessaria a mantenere le corse era vincolata all’attuazione del «Piano di dismissione degli immobili non strumentali» bloccato dalla nuova giunta, che avrebbe dovuto portare nelle casse dell’azienda fino a «160 milioni».