il manifesto 29.9.16
Le ciambelle senza buco di Renzi: «Abbiamo sbagliato con i prof del Sud»
"Buona
Scuola". Tardivo mea culpa (con accusa) di Renzi: «Abbiamo preferito
trovare le soluzioni per i professori che avrebbero dovuto muoversi.
abbiamo permesso ad alcuni, soprattutto al Sud, di restare e abbiamo
scoperto alcune cattedre al Nord: non tutte le ciambelle riescono con il
buco. Se fossimo stati più bravi a gestire questa vicenda sarei stato
più contento»
di Roberto Ciccarelli
«Abbiamo
preferito trovare le soluzioni per i professori che avrebbero dovuto
muoversi. abbiamo permesso ad alcuni, soprattutto al Sud, di restare e
abbiamo scoperto alcune cattedre al Nord: non tutte le ciambelle
riescono con il buco. Se fossimo stati più bravi a gestire questa
vicenda sarei stato più contento».
Lo ha detto ieri il presidente
del Consiglio Matteo Renzi a Rtl 105 attaccando il ministro
dell’Istruzione Stefania Giannini e il suo sottosegretario Davide
Faraone riferendosi alla gestione rovinosa della mobilità dei docenti,
in particolare di quelli del Sud che insegnano nella scuola primaria. In
debito di consensi in vista del referendum del 4 dicembre Renzi ha
pensato così di recuperare una manciata di applausi nel mondo della
scuola.
A leggere i forum e le pagine facebook dei docenti
l’uscita non è stata particolarmente apprezzata e si è trasformato in un
gigantesco e sonoro «Vaffa». La violenta reazione dei docenti è stata
provocata dall’ammissione di impotenza dell’inquilino di Palazzo Chigi
che ha smentito l’operato di Giannini e Faraone. Il premier si è
riferito ai docenti che, a seguito delle domande di conciliazione e di
assegnazione provvisoria, non sono stati e non verranno accontentati.
Insomma, il governo riconosce molto parzialmente le propria
responsabilità, ma i cocci sono dei docenti accampati nei bed and
breakfast a Nord e in attesa delle assegnazioni provvisorie.
I
cocci sono anche degli studenti e dei genitori che, all’inizio dell’anno
scolastico, si sono ritrovati in scuole con orari ridotti, senza
docenti in cattedra e con il turn-over di supplenti più alto di sempre. E
ancora: i cocci sono anche dei docenti che sono stati messi l’uno
contro l’altro: per rimediare infatti agli errori dell’«algoritmo» – il
nuovo dogma tecno-teologico – il governo ha ampliato le assegnazioni
provvisorie che dovrebbero permettere ai prof meridionali di rinviare
ancora di un altro anno l’esodo a mille chilometri dal luogo di
residenza. Come in un risiko impazzito, questa decisione ha prodotto un
boomerang: i posti al Nord che si pensavano coperti oggi sono scoperti.
E
iniziano le prime proteste dei genitori. Quella all’Istituto
comprensivo di via Giacosa a Milano. oggi hanno annunciato una protesta
alle 8,15 in via Padova. Definiscono gli orari ridotti e le carenze di
organico una «situazione intollerabile». «La buona scuola nega il
diritto all’istruzione» sostengono e chiedono insegnanti e personale
amministrativo per far funzionare un istituto di 1500 alunni dai 3 ai 14
anni. Il caos montante ha spinto Flc-Cgil, Cisl, Uil e Snals ha inviare
una lettera al presidente della Repubblica Mattarella dove denunciano
le irregolarità nei trasferimenti dei docenti, i danni alla continuità
didattica provocati dal mercato delle cattedre, le classi «pollaio»,
l’insufficienza del personale Ata. La «supplentite» che doveva sparire
quest’anno durerà ancora per molto. Le ciambelle senza buco di Renzi
produrranno una valanga di «No» al referendum.