Il Fatto 9.9.16
La strana coppia del sì alla guida dell’Unità
di Fabrizio D’Esposito
Adesso è ufficiale da metà settembre Staino firmerà l’Unità renziana,
di
cui il Pd è il socio di mi- noranza con il 20 per cento, a fronte
dell’80 del gruppo Pessina-Stefanelli. Ma Staino non sarà da solo al
vertice del quotidiano sinora occupato da Erasmo D’Angelis che tornerà a
Palazzo Chigi per lavorare su frane e dissesto idrogeologico: accanto a
lui spunta il condirettore Andrea Romano, cinquantenne mastino renziano
già montiano e montezemoliano e prima ancora blairiano e dalemiano. In
una dichiarazone raccolta per l’Huffington Post, il neodirettore si è
lasciato andare a una suggestione molto ma molto impegnativa: “Naturale
che ci sia una condirezione. È nella storia del giornale, pensiamo a
Padellaro-Colombo, Chiaromonte-Macaluso”. L’obiettivo è altrettanto
ambizioso, nonostante le poche copie vendute e i paventati tagli alla
redazione (c’è un rosso di 2 milioni di euro): dare sostanza culturale
al renzismo e allo stesso tempo fare un giornale “largo” e “aperto” a
tutte le anime del centrosinistra.
Sarà curioso quindi vedere
come si concilierà questo annunciato spirito laico con il dogmatismo
renziano del Sì al referendum. Senza dimenticare che un altro pasradan
del premier, il redivivo Chicco Testa, dovrebbe essere incaricato di
salvare le sorti finanziarie dell’Unità. Per il momento registriamo che
sulle colonne del quotidiano fondato da Antonio Gramsci, a ribattere a
Massimo D’Alema, tra l’altro ex direttore del giornale, è ricomparsa la
firma di Fabrizio Cicchitto, ex berlusconiano e sostenitore del Partito
della Nazione. Più che egemonia culturale qui siamo ai parenti poveri
del Foglio cerasiano, a sua volta semiclandestino. Però. Però è
giusto non avere pregiudizi e aspettare fiduciosi il giornale del nuovo
tandem Staino-Romano. Sempre che non si chiami l’Unità-Sì, da non
confondere con l’Unitalsi, la preziosa organizzazione che trasporta i
malati a Lourdes.