Corriere La Lettura 11.9.16
La vena fatalista nelle idee di Marx
di Antonio Carioti
È
un bel ritratto di un uomo eccezionale al tramonto della sua vita,
quello che Marcello Musto ci offre nel libro L’ultimo Marx (Donzelli,
pp. 148, e 24), apprezzabile soprattutto per l’intreccio fra l’attività
intellettuale del protagonista e il versante umano, denso purtroppo di
terribili dolori, in quel biennio 1881-83, per l’autore del Capitale .
Lascia tuttavia perplessi il modo in cui l’autore descrive un Marx del
tutto immune dalla «trappola del determinismo economico», nella quale
sarebbero invece caduti in pieno i suoi seguaci e «presunti
continuatori», verso i quali Musto è assai aspro. Di certo il filosofo
di Treviri mantenne desta fino all’ultimo la sua formidabile curiosità,
che lo portò a studiare l’antropologia e le comunità agricole russe. Era
lontano da ogni rigido schematismo e ben consapevole della necessità di
valutare con attenzione le specificità storiche di ogni Paese. Ma
proprio alcuni testi citati da Musto confermano che Marx riteneva di
aver definito una «visione scientifica dell’inevitabile disgregazione
dell’ordine sociale dominante», basata sull’idea che il capitalismo
stesse creando «condizioni materiali di produzione, che esse soltanto
possono costituire la base reale d’una forma superiore di società». Non
troviamo qui una buona dose di determinismo? Più avanti Musto rimprovera
a Marx di aver usato in un brano l’aggettivo «fatale», che però
evidentemente rifletteva la sua valutazione dei fatti. Va poi
considerato che l’autore del Capitale non volle mai essere un filosofo
puro, ma l’ispiratore di un movimento politico. Ed è evidente che, per
arrivare con efficacia alle masse, il suo pensiero doveva essere
presentato in forma semplificata, con l’accento sulla certezza
dell’avvento del socialismo. Del resto proprio il marxismo più segnato
dal determinismo economico, la socialdemocrazia riformista, ha prodotto i
frutti migliori per le classi lavoratrici, mentre quello più
sbilanciato sul versante volontarista e rivoluzionario, il comunismo
leninista, ha causato immani disastri.