Corriere 9.9.16
Castelporziano, porte aperte
Visite in 7 percorsi tra arte e natura nella tenuta del presidente della Repubblica
di Paolo Conti
Il
palazzo del Quirinale dal 23 giugno 2015 è aperto regolarmente alle
visite, ed è dunque diventato — per espresso desiderio del presidente
della Repubblica Sergio Mattarella — lo splendido «museo di se stesso»
che in tanti aspettavano da anni.
Ora anche la tenuta
presidenziale di Castelporziano aprirà i suoi cancelli al pubblico dal
20 settembre (data storicamente significativa, la breccia di Porta Pia e
quindi Roma Capitale). Si tratta ancora una volta, come ha spiegato
ieri Giovanni Grasso, portavoce e capo ufficio stampa della presidenza
della Repubblica, di un «progetto al quale il presidente Mattarella
teneva particolarmente, sarà realizzato grazie al lavoro della
commissione tecnico-scientifica». La stessa scelta è stata compiuta
recentemente per un’altra dotazione del Quirinale, la villa Rosebery a
Napoli.
Non sarà un’apertura indiscriminata, perché l’improvviso
eccesso di presenze danneggerebbe irrimediabilmente un ecosistema che,
proprio grazie alla chiusura della tenuta presidenziale, si è mantenuto
intatto nei secoli. Le visite si svolgeranno a piccoli gruppi, con un
criterio di rotazione che tutelerà con cura e attenzione il bene più
prezioso di Castelporziano: una natura intatta. Si tratta di un gioiello
di 6.039 ettari, a 25 chilometri da Roma, disteso sul litorale (e con
le dune ancora non toccate dalle mani dell’uomo).
Fulco Pratesi,
fondatore e presidente onorario del WWF, che fa parte della commissione
tecnico-scientifica, spiega: «Castelporziano è una selva unica non solo
in Europa ma nell’intero Mediterraneo. Non esiste più un appezzamento di
terreno boschivo così ben conservato, con l’affaccio sul mare, che
abbia mantenuto le sue caratteristiche intatte per migliaia di anni.
Siamo di fronte a un tesoro straordinario».
Per visitare
Castelporziano occorrerà prenotarsi cliccando su www.quirinale.it (in
basso a destra appare «il Palazzo e le Residenze», quindi c’è
Castelporziano con le indicazioni pratiche). I gruppi organizzati
seguiranno sette percorsi: cinque naturalistici e due di carattere
storico-artistico e archeologico.
Si tratterà, è stato detto ieri,
di ingressi «in punta di piedi» proprio per preservare la preziosa
peculiarità dell’area protetta: circa mille specie vegetali diverse
(bosco misto, lecci, querce, alcuni rari sugheri monumentali, 750 ettari
di pinete), tremila specie animali (cinghiali, caprioli, daini, cervi,
tartarughe, picchi, civette, barbagianni, volpi, tassi, istrici ma sono
solo alcuni esempi), bellezze naturali uniche in Italia (una cinquantina
di piscine naturali nascoste nei boschi).
La storia di
Castelporziano affonda le sue radici nei secoli: in età romana era fondo
della Gens Procilia , poi possedimento della Basilica di Santa Croce in
Gerusalemme dal V secolo, vari passaggi di mano e nel 1872 l’acquisto
da parte di Quintino Sella, ai tempi ministro delle Finanze, come
riserva di caccia e azienda agricola di casa Savoia. Caduta la
monarchia, la tenuta passò alla presidenza della Repubblica.
Nel
1966 il presidente Giuseppe Saragat donò a Roma e ai romani i due
chilometri del litorale di Capocotta, che diventò così la spiaggia
libera più grande d’Europa. Nel 1984 i resti romani di villa Magna a
Grotte di Piastra, nella tenuta, sono stati identificati come la villa
Laurentina di Plinio il Giovane. Il nucleo del Castello risale invece
all’XI secolo, con un massiccio sviluppo già dal 1600.