Corriere 9.9.16
Il direttore della Caritas: lasciamo lavorare Raggi
di Gian Guido Vecchi
Che dice, monsignore?
«Che
al primo posto dev’esserci il bene di questa città… Dovremmo gridare
basta, la gente è demoralizzata, non ce la fa più. Basta coltelli
sfoderati, basta cicuta nei bicchieri, basta! Devono lavorare, queste
persone, facciamole lavorare…». Difficile trovare qualcuno che conosca
la capitale e i suoi problemi meglio di monsignor Enrico Feroci, da otto
anni direttore della Caritas di Roma: 50 centri, ottomila volontari,
341 mila pasti distribuiti in un anno, 2.400 senzatetto accolti, 5.700
malati curati, 42 mila famiglie sostenute, 10 mila visite agli anziani.
Ieri, del resto, lo ha detto anche il cardinale Pietro Parolin,
Segretario di Stato vaticano: «La situazione che si è creata a Roma non
crea quell’ambiente di serenità che permette di lavorare a favore della
gente. Mi auguro si risolva in modo che l’amministrazione si metta a
lavorare e affrontare i problemi dei cittadini, che a Roma sono molti».
«Avvenire» scrive che è troppo presto per buttare la sindaca…
«Ma
per forza, siamo schizofrenici o cosa? Se 80 giorni fa hanno preso il
67 per cento dei voti, non è che si possa dire non li vogliamo più e fra
un mese andiamo a votare per un’altra giunta. Dobbiamo comportarci da
adulti».
Lasciamoli governare?
«Certo, e quando finirà il
mandato valuteremo cosa hanno fatto. Questa situazione mi ricorda ciò
che dicevano gli antichi: mentre a Roma si discute, Sagunto viene
espugnata! Ma lo sa che a Roma ci sono 650 mila anziani e settemila
persone che dormono per strada? Prima delle elezioni tutti gli
schieramenti giuravano che avrebbero lavorato per il bene di Roma:
coraggio, fatelo».
Cosa direbbe a Raggi?
«La cosa più
importante è avere una visione della città. A che cosa punta la giunta
Raggi? L’ho incontrata ad agosto, ha visitato la nostra mensa a Colle
Oppio. Questa città ha una cultura e un patrimonio spirituale unici al
mondo. Le ho parlato di collaborazione tra pubblico e privato, di una
città aperta e accogliente. Lei mi ha detto: sono anche le mie idee.
Ecco, ora vada avanti» .