Corriere 9.9.16
il secolarismo francese difende le libertà di tutti
di Paul Berman
Cannes,
Nizza e una decina di altre cittadine balneari in Francia hanno appena
varato il divieto di indossare in spiaggia il burkini islamico, ovvero
il costume da bagno femminile che copre tutto il corpo. Di conseguenza, e
com’era prevedibile, assistiamo a una reazione di sgomento tipicamente
americano, di stampo tradizionale e per certi versi persino
folkloristico, nei confronti della Francia e della sua antipatia verso
alcuni tipi di abbigliamento islamico. Lo sconcerto americano, da un
decennio a questa parte, affonda le radici su un unico presupposto,
immutabile e incontestato, come se nulla fosse cambiato in questi ultimi
anni, e come se non fossero emersi nuovi dati.
Il presupposto è
che la Francia voglia dettare norme in fatto di abbigliamento islamico
perché i francesi nutrono in sostanza un forte pregiudizio nei confronti
della loro minoranza musulmana. Tuttavia, l’interpretazione americana
riconosce una complicazione aggiuntiva, e cioè: i francesi, che sono
incorreggibili razzisti, non sembrano credere di esserlo. Al contrario,
si sono convinti che, nel regolare l’abbigliamento islamico, si stiano
comportando in modo straordinariamente illuminato, seguendo addirittura
un principio così elevato ed ineffabile che solo il popolo francese è in
grado di capirlo. Tale principio è un’assurdità tutta francese, la
quale, nella sua raffinatissima nobiltà, non può essere tradotta nel
vernacolo inglese, ma deve per forza esprimersi in un vocabolo francese
incomprensibile, impronunciabile e intraducibile: la laïcité .
In
realtà, laïcité è perfettamente traducibile, significa secolarismo. Non
c’è motivo di ricorrere al termine francese nel mondo anglosassone. È un
concetto perfettamente comprensibile. È il principio jeffersoniano del
muro di divisione tra Stato e Chiesa, in versione francese. Il principio
jeffersoniano in America significa che, a prescindere da quanto
facciano o vogliano proclamare le Chiese, lo Stato americano resta
strettamente non religioso. La versione francese è identica. La scuola
pubblica, per esempio, non deve diventare terreno di conquista delle
Chiese — o degli imam islamisti, nella situ azione attuale.
Il
secolarismo repubblicano non è, dopo tutto, solo un concetto negativo,
il cui unico scopo è quello di tenere alla larga il fanatismo religioso.
Il secolarismo repubblicano è un principio positivo, capace di offrire
qualcosa all’individuo. È questo il principio della cittadinanza. Nella
sua versione francese, il secolarismo repubblicano dice a ciascun
individuo: i «diritti dell’uomo e del cittadino» sono i tuoi diritti,
indipendentemente da quanto vadano proclamando le Chiese. L’ideale
repubblicano francese, nel suo secolarismo, è qualcosa di più grande ed
emozionante di qualunque cosa possano offrire gli islamisti. L’ideale
islamista è una promessa falsa e degradante, che corrisponde all’auto
oppressione. L’ideale repubblicano francese è la liberazione — almeno in
principio.
Pertanto questa laïcité così perfettamente
comprensibile e traducibile, incarna l’ideale repubblicano secolare:
questo vuole la maggioranza dei francesi, anche se taluni sono razzisti.
L’ideale repubblicano secolare incarna quello che la maggioranza dei
musulmani francese vuole, anche se taluni sono stati sedotti e fuorviati
dall’odio e dalle manovre degli islamisti. Gli immigrati dall’Africa
del nord sono venuti in Francia inseguendo questo ideale. Il dibattito
su quali misure adottare per contenere ed emarginare il movimento
islamista si è svolto nell’ambito di questo ideale. Ed è stato un
dibattito fecondo.
Mi auguro che i commentari americani sulla
Francia sapranno mostrare un po’ più di rispetto per la serietà con la
quale è stato affrontato questo dibattito: chiedo troppo? Ahimè, temo di
sì. In Francia persiste da decenni un certo qual vezzo di far mostra di
antiamericanismo, e in America si riscontra un’usanza altrettanto
antica e curiosa di prendere in giro i francesi. Questa purtroppo è
l’abitudine americana che da una decina d’anni a questa parte spinge gli
analisti a vedere nel secolarismo della Francia repubblicana un mero
attacco razzista contro le libertà individuali, anziché capire che si
tratta di una difesa antirazzista delle libertà individuali.
Sintesi di un articolo pubblicato sulla rivista Tablet (Traduzione di Rita Baldassarre)