Corriere 8.9.16
L’Unità, rosso di due milioni. Guida a Staino con Romano
di Claudio Bozza
Un
tandem tutto toscano per rilanciare l’ Unità in vista della battaglia
finale per il «Sì» al referendum costituzionale. Il vignettista
fiorentino Sergio Staino, tramontata l’ipotesi del giornalista 2.0
Riccardo Luna, sarà il nuovo direttore del giornale fondato da Gramsci,
mentre lo storico livornese Andrea Romano sarà il condirettore, a quanto
pare a titolo gratuito visto che percepisce già lo stipendio da
deputato. I nuovi direttori preferiscono non esporsi. Staino, quando il
suo nome era iniziato a circolare, aveva messo subito le mani avanti:
«La mia Unità non sarà sdraiata sul governo». Mentre per quanto riguarda
il condirettore è curioso ricordare che Romano, dal 2005 al 2009, aveva
diretto la Fondazione Italianieuropei, braccio operativo politico di
Massimo D’Alema, oggi il più duro oppositore interno della riforma
costituzionale del premier-segretario. Ma la missione affidata a
entrambi è precisa: sostenere il Sì nei poco più di due mesi che mancano
al referendum. La svolta, dopo aver ricevuto il via libera da Renzi, è
stata approvata ieri a Milano durante un acceso consiglio di
amministrazione della società editrice, posseduta per l’80% dal gruppo
Stefanelli-Pessina e per il 20% dal Pd. Il quotidiano, tornato in
edicola nel giugno 2015, ha chiuso i conti con un rosso di quasi due
milioni, accumulati in appena sei mesi. Alla presidenza di Unità srl
arriverà il manager Chicco Testa: dovrà occuparsi soprattutto di trovare
nuovi investitori per sostenere il rilancio del giornale, che punterà
molto di più sulla parte web. Mentre i soci di minoranza del Pd, a
fronte di un bilancio così pesante, si aspettano un passo indietro
dell’ammini-stratore delegato Guido Stefanelli. Il direttore uscente
Erasmo D’Angelis, molto vicino a Renzi, tornerà invece come dirigente a
Palazzo Chigi, dove si occuperà di dissesto idrogeologico e seguirà
anche Casa Italia, il progetto per la ricostruzione delle zone
terremotate. Il piano discusso ieri a Milano, infine, prevede un
importante taglio sui 35 lavoratori, tra giornalisti e poligrafici.