Corriere 8.9.16
La Merkel si toglie i guanti e attacca i populisti
di Danilo Taino
Dopo la batosta alle urne la Cancelliera per la prima volta chiama l’AfD «un pericolo»
Non
può limitarsi, Angela Merkel, a dire che la Germania ce la farà a
integrare i rifugiati che sono arrivati nel Paese. Soprattutto dopo che
un bel pezzo dei media tedeschi l’ha messa sotto pressione a seguito
della sconfitta, domenica scorsa, della sua Cdu nel piccolo Land del
Meclemburgo-Cispomerania, superata anche dal partito anti-immigrati
Alternative für Deutschland (AfD). E dunque ieri la Cancelliera ha detto
qualcosa di più, in Parlamento: il suo discorso più netto e preoccupato
da quando la AfD ha iniziato a crescere nei risultati elettorali.
Secondo
Merkel, il movimento guidato da Frauke Petry, composito ma anche con
posizioni xenofobe, «è una sfida a tutti noi in questo edificio»:
laddove, parlando al Bundestag, il noi era riferito ai partiti
tradizionali. Per la prima volta ha citato direttamente la Alternative
für Deutschland indicandola come un pericolo. Ha insomma voluto suonare
un campanello d’allarme per tutti i partiti ai quali AfD sta portando
via voti, e ha chiarito che chi crede di approfittare della situazione
politica in movimento per «piccoli vantaggi» a scapito di altri dovrebbe
fermarsi. Serve, a suo avviso, un fronte comune contro lo scivolamento a
destra di un certo numero di elettori: non è una valanga ma è qualcosa a
cui occorre rispondere.
Merkel, però, non chiede di andare
all’attacco del movimento anti-immigrati a testa bassa. Lo ritiene
pericoloso ma ieri ha chiarito che molti di coloro che lo votano vanno
riconquistati. Senza demonizzarli ma cercando di capire le loro paure e
rendendo chiaro che, sulla questione dei rifugiati, oggi in Germania la
situazione è «molte volte migliore» rispetto a un anno fa. Cioè ne
arrivano molti meno grazie all’accordo con la Turchia e alla chiusura
della rotta balcanica; il governo ha varato una nuova legge
sull’immigrazione; le misure per rendere più efficiente l’integrazione
in parte sono arrivate e in parte stanno arrivando; corsi di lingua e di
apprendistato sono in funzione. «Rimane molto da fare», ha ammesso, ma
le cose stanno andando bene. Le elezioni di domenica scorsa sono state
«un occhio nero» ma la Cancelliera è convinta che «se resistiamo a
questa situazione e ci atteniamo alla verità, allora vinceremo».
L’effetto
di questo discorso «forte», evento inusuale per Frau Merkel, lo vedremo
nelle prossime settimane. La Cancelliera è convinta che l’AfD possa
essere ridimensionata e comunque contenuta nei consensi, oggi tra il 10 e
il 14%, secondo i sondaggi: una quota che può cambiare l’aritmetica
delle alleanze tra partiti ma che difficilmente può essere definita un
netto spostamento a destra della Germania. Anche sull’aritmetica
post-elettorale, tra l’altro, una AfD al 15%, con la quale nessuno si
vuole alleare, renderebbe impossibile ogni maggioranza senza la Cdu-Csu,
che arriverà almeno al 30-35% e quindi dopo le elezioni dell’autunno
2017 sarà ancora il partito senza il quale nessuno avrebbe i numeri per
fare un governo. Ieri, però, la Cancelliera ha fatto capire che questo
possibile «vantaggio» non lo vuole usare: obiettivo primo, oggi, è
fermare l’AfD.