Corriere 8.9.16
«Gesto provocatorio, dialogo compromesso»
di Ida Bozzi
La
notizia della data di aprile per l’evento milanese legato al libro non
rende più semplice la vicenda del Salone, anzi suscita reazioni non solo
tra i dimissionari dall’Aie, ma anche sul fronte delle istituzioni.
Commentano infatti con un comunicato congiunto la sindaca di Torino
Chiara Appendino e il presidente della Regione Piemonte Sergio
Chiamparino: «Siamo stupiti che Aie e Fiera Milano abbiano avvertito la
necessità di annunciare le date della Fabbrica del Libro prima
dell’incontro con il ministro Franceschini. Le date del Salone del Libro
di Torino sono fissate da 29 anni nella seconda settimana di maggio, e
anche la trentesima edizione si svolgerà in quel periodo».
Una
scelta unilaterale che pare non attendere la mediazione del ministro e
l’incontro del 12 settembre, come ricordano sindaca e presidente: «Ci
interroghiamo su quale possa essere la ragione di tale comportamento che
non facilita il dialogo, perché sembra quantomeno irrispettoso, per non
dire provocatorio, nei confronti del ministro e di tutti gli altri
interlocutori, l’atteggiamento con cui Aie e Fiera Milano hanno deciso
unilateralmente le proprie date in un periodo sostanzialmente
concomitante».
Resta però l’apertura a soluzioni possibili: «In
ogni caso — conclude il comunicato — come il ministro sa, e con la
correttezza che ci ha sempre contraddistinto, noi siamo disponibili a
trovare soluzioni che evitino la reciproca cannibalizzazione. Se questo
non fosse possibile, proseguiremo sulla nostra strada».
Anche tra i
dimissionari sono molte le reazioni, anche se alcuni preferiscono
aspettare l’esito della riunione di oggi senza commentare. «Trovo che
sia molto grave — afferma Sandro Ferri, editore di e/o —: invece di
provare almeno a cercare una via di uscita per riparare i cocci, mi
sembra che perseverino mettendo l’evento di Milano pochi giorni prima di
Torino. Stento a capire come un’associazione di categoria possa
comportarsi in modo così spregiudicato. Poteva darsi che ora, a distanza
di tempo, si trovasse una soluzione. Ma mi pare evidente che chi va a
Torino non andrà a Milano: si finirà col fare due saloncini. Io spero
che Franceschini trovi una mediazione, anche se non so quale».
A
evitare «saloncini» punta anche Giuseppe Laterza, che oggi porterà alla
riunione dei «ribelli» la sua proposta: «Il punto non è la data, ma fare
due manifestazioni diverse. Logica direbbe di fare il Salone del Libro a
Torino, e a Milano inventarsi un evento nuovo. Inoltre, Aie potrebbe
chiedere, e sarà da valutare bene il 12, un ruolo maggioritario nella
Fondazione».
Anche dagli indipendenti viene sorpresa: «Continuo a
rimanere stupito di questi annunci a effetto — dice Gino Jacobelli,
presidente di Odei — anche se non li capisco, proprio mentre si sta
cercando di costruire qualcosa. Aspettiamo di vedere il progetto: questo
stupisce molti, che non ci sia ancora un progetto». E apre un altro
fronte l’editore di 66thAnd2nd Isabella Ferretti: «Non ho ricevuto il
comunicato della nascita della Fabbrica del Libro, né quello sulle date.
Ma le nostre dimissioni saranno effettive dal primo gennaio. C’è forse
una volontà di esclusione? Mi sorprenderebbe. Come se le nostre
dimissioni fossero state date contro l’evento di Milano, cosa che non è,
e non sulla governance dell’Aie, come invece è».