mercoledì 7 settembre 2016

Corriere 7.9.16
L’estate pazza dei sondaggi (su misura) E Hillary e Donald festeggiano entrambi
Trump in vantaggio secondo Cnn: «Grazie !» Clinton rilancia con dati diversi: «Vittoria certa»
di Giuseppe Sarcina

NEW YORK Ieri mattina Donald Trump fotografa la schermata con l’ultimo sondaggio della Cnn e poi la rilancia su Twitter, accompagnandola con due parole: «Thank you!». Ecco i risultati: Trump, 45%; Hillary Clinton 43%; l’ indipendente Gary Johnson 7%, la verde Jill Stein, 2%. Più o meno nelle stesse ore lo staff della candidata democratica studia i dati di una ricerca diffusa dal Washington Post e si convince che è ormai prossima «una vittoria a valanga». L’ex segretario di Stato risulta in vantaggio di 4 punti percentuali in 20 Stati su 50.
In realtà il meccanismo complicato delle Presidenziali, un bilanciamento tra rappresentatività popolare e federalismo, lascia fluttuare numeri e previsioni. Gli americani non voteranno direttamente per il presidente, ma per un collegio di 538 Grandi elettori. Ogni Stato ha la sua quota che corrisponde alla somma dei senatori e dei deputati mandati a Washington. In ultima analisi, la maggioranza assoluta a livello generale è un indicatore importante, ma potrebbe non bastare per conquistare la Casa Bianca. L’esperienza di questo incredibile 2016 consiglia prudenza. Anche se i due contendenti usano le percentuali per motivare l’opinione pubblica.
Al momento l’unico dato certo è che Donald e Hillary sono i candidati più impopolari nella storia recente degli Stati Uniti. Lo scontro, segnato da scandali e insulti, galleggia su una massa di diffidenza o di disinteresse. Le preferenze sono volatili, umorali. E i sondaggi fanno fatica a fissarli, cristallizzarli. È un problema anche di tecnica, di campionatura. Molti istituti, per esempio, conducono rilevazioni telefoniche chiamando solo i numeri fissi o una parte ridotta di cellulari. Alcuni conteggiano solo le risposte ottenute direttamente, altri si accontentano di messaggi raccolti dai risponditori automatici. E così via.
Il Washington Post per la prima volta ha deciso di affidarsi all’online, commissionando la ricerca all’istituto Survey Monkey. Nell’ultimo mese sono stati distribuiti circa 47 mila questionari in tutti e 50 gli Stati della Federazione. I risultati sembrano sorridere a Hillary: al momento potrebbe contare su 244 Grandi elettori contro i 126 di Trump. Per vincere occorre arrivare a 270 voti. Anche le elaborazioni del sito RealClearPolitics danno in vantaggio Clinton con 229 punti contro i 154 di Trump.
Che cosa è più appropriato, dunque, il «Thank you» di «The Donald» o l’euforia di Hillary? Le incognite sono molte. Difficile prevedere quanti cittadini andranno alle urne l’8 novembre. Nelle primarie Trump ha dimostrato di poter mobilitare elettori che non avevano mai votato. Molto dipenderà dall’esito dei tre confronti televisivi tra gli opponenti. Il primo è fissato per il 26 settembre. Fa riflettere la decisione presa da Gallup, l’istituto più autorevole del mondo. Nel 2012 sbagliò le previsioni, assegnando la vittoria a Mitt Romney e non a Barack Obama. Da qui la decisione di non partecipare a questo giro .