martedì 27 settembre 2016

Corriere 27.9.16
Rcs, via al board. Cairo presidente
di Paola Pica

Rappresentati i quattro soci storici. Le attese per il piano. Titolo su in Borsa: +5,22%
«Il risanamento è possibile, ci stiamo lavorando. Torneremo a crescere». È la promessa di Urbano Cairo alla sua prima con gli azionisti di Rcs riuniti in assemblea per la nomina del nuovo consiglio di amministrazione, portato a 11 componenti con quattro posti assegnati alla minoranza. Dallo scorso 3 agosto l’editore che con la sua offerta di acquisto e scambio ha conquistato quasi il 60% del capitale di Rcs è in carica come presidente e amministratore delegato del gruppo del «Corriere della Sera». Per Cairo presidente, il voto di ieri è stata una conferma. Sì dei soci anche a Marco Pompignoli e Stefania Petruccioli gli amministratori cooptati ai primi di agosto. Resta in consiglio Stefano Simontacchi, già espressione di Cairo nella passata gestione ed entrano Marilù Capparelli, Alessandra Dalmonte e Gaetano Miccichè, il numero uno di Imi (Intesa Sanpaolo), advisor dell’Opas. Il consiglio si riunirà entro questa settimana, giovedì o venerdì e dovrà tra le altre cose attribuire la vicepresidenza.
La lista di minoranza presentata dai soci storici di Rcs sconfitti nella contesa con Cairo in Piazza Affari e ancora riuniti con Andrea Bonomi nella Imh, ha espresso Diego Della Valle, Marco Tronchetti Provera (Pirelli), Carlo Cimbri (UnipolSai) e Veronica Gava (Mediobanca, divisione principal investing). La compagine legata da un patto di sindacato e in possesso del 24,77% delle azioni aveva proposto di stabilire a 9 il numero dei componenti. «Con la scelta di nominarne 11 abbiamo dato più spazio alla minoranza per la quale abbiamo grande rispetto» ha commentato Cairo. «Non sono in guerra con nessuno e sono aperto ai suggerimenti di tutti. La mia priorità è fare il bene dell’ azienda» ha poi replicato a una domanda sulla presenza diretta in consiglio dei «titolari» dell’Opa concorrente. Lo stesso Della Valle alcuni giorni fa aveva affermato di voler «dare una mano». Il compenso annuo complessivo del consiglio è stato fissato in 350 mila euro da ripartire tra i componenti.
Cairo ha così sintetizzato la direzione di marcia: motivare le persone («ma ho trovato una grande disponibilità»), razionalizzare le spese, semplificare la vita aziendale, promuovere il marketing sui contenuti editoriali («noi non vendiamo gadget, pubblichiamo giornali»). Difficile aver inciso sulla trimestrale: «Non sono Mandrake. I conti del trimestre sono effetto delle decisioni assunte nel trimestre precedente». Il titolo ha chiuso in netto rialzo del 5,22% a 0,977 euro dopo fiammate anche del 7% sopra quota 1 euro.