Corriere 27.9.16
C’è la data del voto. Ma è scontro
Le opposizioni: vuole vincere con il trucco
di Dino Martirano
ROMA
Settanta giorni, dieci settimane: tanto durerà la «coda» della
estenuante campagna elettorale per il referendum costituzionale
Renzi-Boschi che abolisce il bicameralismo paritario e mette mano a 47
articoli della Carta. In tutta Italia, dunque, le urne resteranno aperte
il 4 dicembre, la stessa domenica in cui gli austriaci decideranno se
consegnare o meno la loro presidenza della Repubblica all’ultradestra
populista di Norbert Hofer.
La decisione di votare anche in Italia
il 4 dicembre è stata assunta al termine di un consiglio dei
ministri-lampo che ha ratificato la proposta del premier Matteo Renzi.
Non c’è stato grande dibattito anche se è la prima volta che si va a
votare nel mese di Natale: «È la più lunga campagna elettorale della
storia italiana», puntualizza Federico Fornaro (minoranza Pd). Il
sottosegretario Claudio De Vincenti ha precisato: «Abbiamo assunto la
decisione con 10 giorni di anticipo sul limite consentito e anche la
data del 4 dicembre anticipa quella più lontana possibile (domenica 18
dicembre, ndr )». Il vicesegretario pd Lorenzo Guerini su Twitter ha
scritto che ora «l’Italia può cambiare».
«Habemus datam», ironizza
Paolo Romani (Forza Italia) che chiama all’«unità per il No al
referendum» e Matteo Salvini già parla di «4 dicembre» come «giorno
buono per licenziare Renzi». Si fanno sentire anche i grillini che
accusano il premier di aver fatto «un’indegna melina sulla data». Più
concreti Loredana De Petris e Arturo Scotto di Sinistra italiana: «Renzi
spera di vincere col trucco perché il rinvio serve a sfruttare fino
all’ultimo gli spazi di una tv mai così di parte». Renzi aprirà la
campagna referendaria per il Sì il 29 settembre a Firenze nello stesso
luogo in cui 8 anni fa lanciò la sua candidatura alle primarie per il
Comune di Firenze: «Questa Italia deve cambiare, non può rimanere
ostaggio dei soliti noti, della solita palude che ha bloccato la
crescita dell’ultimo ventennio. E il risultato del referendum non
dipende tanto da me ma da tutti voi». In realtà, molto dipende dagli
indecisi. Tanto che pure il capo dei vescovi, cardinale Angelo Bagnasco,
invita i cittadini a «informarsi personalmente al fine di avere chiari
tutti gli elementi di giudizio circa la posta in gioco e le sue durature
conseguenze».
Dino Martirano