Corriere 26.9.16
«Siria, crimini di guerra per mano russa»
La reazione dei Paesi occidentali di fronte ai bombardamenti indiscriminati su Aleppo
di G. Sar.
NEW
YORK Le parole più dure sono quelle di Samantha Power, ambasciatrice
americana all’Onu: «L’azione della Russia in Siria è barbarie, non
anti-terrorismo. Invece di perseguire la pace in Siria, Mosca e Assad
fanno la guerra, con 150 attacchi nelle ultime 72 ore». È l’intervento
che ha segnato il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite convocato
d’urgenza ieri mattina su richiesta di Stati Uniti, Francia e Gran
Bretagna. Da Londra il ministro degli Esteri britannico, Boris Johnson,
in un’intervista alla Bbc , dice: «La Russia sta prolungando la guerra
in Siria e inoltre dovremmo verificare se i russi fossero o no
consapevoli di aver bombardato un convoglio di aiuti il 19 settembre
scorso. Perché questo è un crimine di guerra». Anche l’ambasciatore
francese, Francois Delattre, ha parlato di «crimini di guerra commessi
ad Aleppo». Ma durante la riunione del Consiglio di sicurezza, il
rappresentante di Mosca Vitaly Churckin, non si è scomposto: «Portare la
pace in Siria è un compito quasi impossibile ora. Damasco ha mostrato
una moderazione invidiabile».
In Siria la situazione è fuori
controllo. Da Aleppo arrivano notizie che l’inviato Onu per la Siria,
Staffan de Mistura, definisce «agghiaccianti», «si sono raggiunte vette
di orrore», aggiunge. Secondo testimonianze raccolte dal Syrian
Observatory for Human Rights, onlus britannica ramificata nel Paese ,
l’aviazione russa si è accanita su Aleppo e dintorni, uccidendo 213
civili. Altre fonti, rilanciate dalla tv Al Jazeera , sostengono che
l’esercito di Assad e i jet inviati da Mosca avrebbero utilizzato
micidiali bombe al fosforo e barili incendiari. L’Onu stima che circa
660 mila persone siano intrappolate ad Aleppo e nelle altre zone
assediate dalle truppe di Damasco, appoggiate da miliziani spediti
dall’Iran e dagli Hezbollah libanesi. Gli ospedali sono sommersi di
feriti, i medici temono che molti di loro possano morire nelle prossime
ore perché mancano le medicine. I convogli umanitari sono di nuovo
bloccati. Da diverse ore ad Aleppo, riferiscono gli attivisti siriani,
non c’è nulla da mangiare.
È in questo quadro che è tornato a
riunirsi l’organismo di governo nel Palazzo di vetro. La seconda volta
in una settimana. Mercoledì 21 settembre il segretario di Stato John
Kerry e il ministro degli Esteri, Sergei Lavrov si erano reciprocamente
rinfacciati la responsabilità di aver violato la tregua iniziata il 12
settembre.
Ieri è stata diffusa una nota firmata dai ministri
degli Esteri di Gran Bretagna, Francia, Germania, Italia e dall’Alto
rappresentante per la politica estera della Ue, Federica Mogherini.
Suona come un estremo appello alla Russia: «Gli eventi sconvolgenti di
questa settimana confermano ciò che diciamo da tempo. Spetta alla Russia
dare prova di voler salvaguardare gli sforzi diplomatici per
ripristinare il cessate il fuoco, garantire l’assistenza umanitaria
senza restrizioni e creare le condizioni necessarie per la ripresa della
trattativa guidata dall’Onu per la transizione politica».