Corriere 26.9.16
Staffan de Mistura
«Assad non accetta le intese e i jet di Mosca lo sostengono»
L’inviato Onu De Mistura parla di situazione «agghiacciante»
intervista di Giuseppe Sarcina
NEW
YORK Staffan de Mistura è appena uscito dal Consiglio di Sicurezza
sulla Siria, convocato d’urgenza su richiesta di Stati Uniti, Gran
Bretagna e Francia. L’inviato speciale dell’Onu per la crisi siriana, 69
anni, svedese naturalizzato italiano, è un diplomatico con lunga
esperienza e ottimista, si potrebbe dire, per vocazione. «Lo sono anche
stavolta: sono determinato a portare a termine la missione che mi ha
affidato l’Onu», dice poco prima di lasciare New York.
Stati
Uniti, Gran Bretagna e Francia hanno usato parole durissime contro la
Russia, accusandola di «barbarie» e di voler deliberatamente prolungare
la guerra in Siria. Lei come la vede?
«È indubbio che ci sia stata
un’enorme accelerazione a est di Aleppo. È un fatto che ci siano stati
bombardamenti ad alto potenziale, senza precedenti, con ordigni che sono
arrivati fino alle cantine. La situazione ad Aleppo è agghiacciante,
spaventosa, tragica. Nella città ci sono gruppi terroristi come Al
Nusra. Lo sanno tutti, penso che lo possano confermare anche gli
americani. Ma questo non giustifica in alcun modo la serie di
bombardamenti devastanti in un territorio dove vivono 275 mila civili».
Perché Mosca ha scatenato un’offensiva così violenta?
«Dobbiamo
comunque partire da Assad. Il presidente siriano non ha accettato la
parte finale dell’intesa raggiunta lo scorso 9 settembre: la “no fly
zone” su alcune zone chiave della Siria. Subito dopo quell’accordo Assad
ha annunciato pubblicamente che non si sarebbe fermato, che non avrebbe
lasciato aerei ed elicotteri a terra. Voleva riconquistare tutti i
territori occupati dall’opposizione».
Sì, ma qui gli aerei sono russi…
«Finora
è accaduto che quando le truppe siriane si muovono e guadagnano campo,
Mosca poi le sostiene con l’aviazione. Anche questa volta è andata
così».
Questo significa che finché Assad resta al potere non potrà reggere alcuna tregua tra americani e russi?
«Rovescio
questo schema: senza un accordo tra russi e americani non si può
risolvere la crisi siriana. E questo lo sanno bene sia a Washington sia a
Mosca e l’ho detto con chiarezza nella riunione del Consiglio di
Sicurezza. Dobbiamo andare avanti a negoziare, perché non ci sono
alternative».
Come pensate di convincere Assad?
«Qui ci sono
due ostacoli. Il primo riguarda la Russia. Non c’è dubbio che, se vuole
l’intesa, Mosca dovrà convincere Assad ad accettare un processo
politico di transizione in Siria. Ma l’altro riguarda gli Stati Uniti.
Nonostante i richiami e gli appelli, i gruppi armati di opposizione a
Damasco non si sono ancora staccati da Al Nusra, una formazione legata
al terrorismo di Al Qaeda».
Quindi finché persiste questo stallo si torna alle armi...
«Sì,
ogni volta che un accordo diplomatico incontra un intoppo ecco che
riprendono gli scontri militari. Anche se il più attivo in questo senso
si è dimostrato il fronte dei governativi siriani, appoggiati dai
russi».
Sembra una situazione senza via d’uscita. Ci sono ancora margini di trattativa?
«Sono
convinto di sì. Dobbiamo continuare a spingere per costruire una tregua
e poi un’intesa. Dal punto di vista politico la soluzione della crisi
siriana è nell’interesse sia dei russi che degli americani. Posso
confermare che i contatti tra le due parti non si sono affatto
interrotti».