Corriere 25.9.16
Cuba
Una matita per un sogno
In viaggio a Cuba chiedendo ai bimbi di disegnare i colori del mondo
Davamo
 appuntamento ai bambini che si presentavano accompagnati da un 
genitore, regalavamo fogli di carta e colori. Una sola richiesta: 
disegnateci un vostro sogno
di Elisabetta Soglio
Vestiti,
 pochi. Nello zaino ha invece messo 53 scatole di pennarelli e pastelli a
 cera: 53, come gli anni dell’embargo di Cuba. Così equipaggiata, Agnese
 è partita verso Cuba insieme al fidanzato Francesco, per farsi 
raccontare dai bambini cubani i loro sogni e vedere di persona come era 
cambiata l’isola dopo l’apertura al mondo. Al ritorno, nello stesso 
zaino, al posto dei colori aveva un centinaio di disegni, con le tinte 
accese caraibiche e l’entusiasmo dei piccoli che hanno partecipato 
volentieri a questo gioco. Agnese Gallo ha 25, è nata e cresciuta a 
Milano dove ha studiato al liceo artistico: quarto anno in Argentina e 
dopo il diploma la facoltà di Scienze dei Beni culturali in Statale, 
l’Erasmus a Santiago di Compostela, la laurea, il Brasile, e adesso la 
seconda laurea a Venezia, in Economia e Gestione delle arti.
Dopo 
anni «bellissimi ma tormentati di lunghe trasferte e stage che ti 
portano a non gestire mai un progetto dall’inizio alla fine», Agnese 
condivide questo stato d’animo e un filo di frustrazione con Silvia e 
Alessandro. Con loro decide di dare vita all’associazione culturale no 
profit L’Art9 e l’obiettivo è di «promuovere la cultura e 
l’integrazione». In questo contesto nasce anche l’idea un po’ folle di 
partire per Cuba, senza aver organizzato nulla prima, con pochi soldi e 
senza agganci sull’isola. Sei tappe e i «workshop» organizzati sempre 
con la stessa modalità: «Arrivavamo nel posto scelto, sceglievamo un 
Barrio e dai bambini risalivamo a una o più mamme spiegando la nostra 
idea. Il giorno dopo, davamo appuntamento e ai bambini che si 
presentavano accompagnati da un genitore che ci dava l’autorizzazione, 
per evitare ogni tipo di problema, regalavamo fogli di carta e colori». 
Una sola richiesta: «Disegnateci un vostro sogno o una cosa che vi piace
 molto».
Ed eccole, questo mosaico di immagini coloratissime: 
tante case («Rimane il loro problema più grande, visto che sono molto 
poveri e vivono in 40 o 50 metri quadrati, con famiglie allargate a tre 
generazioni»); le bandiere («Sono nazionalisti fin da piccoli e spesso 
ci chiedevano come fosse la nostra per aggiungerla»). Disegni fatti 
all’aperto o in qualche struttura che ha messo a disposizione un cortile
 e dei tavolini, ma anche in treno come durante quel viaggio che invece 
di due ore fu di sette: «Per approfittare della situazione, abbiamo 
cercato e radunato un po’ di bimbi sul treno e abbiamo tirato fuori le 
scatole di pennarelli. Una festa».
Non poteva finire lì. Agnese e i
 suoi soci hanno deciso di trasformare questa esperienza in un contest 
artistico: i disegni sono stati affidati ad alcuni giovani artisti 
italiani che li rielaboreranno seguendo la proprio creatività. A 
gennaio, una mostra a Milano. Poi, chissà, forse il gemellaggio con 
l’Accademia dell’Avana.
 
