Corriere 24.9.16
Renzi parla di profonda rottura: non so quando e come sarà sanabile
Secondo il premier a questo punto era ovvio si vedessero senza di lui
di Maria Teresa Meli
ROMA
«È ovvio che facciano un vertice senza di me. Si è registrata una
rottura e fare finta di niente non ha nessun senso». Matteo Renzi non la
prende troppo alla lontana e non fa finta che non sia successo nulla.
L’annuncio
dell’incontro a tre — Angela Merkel, François Hollande, Jean-Claude
Juncker — non lo coglie impreparato, e nemmeno arrabbiato più di tanto.
«Dopo Brexit c’è stata una rottura profonda e non so quando e come sarà
sanabile», spiega il presidente del Consiglio.
Racconta Renzi:
«Dopo Brexit, siamo andati tutti a Ventotene, per cercare di immaginare e
rilanciare un’Europa diversa. Sia Merkel che Hollande mi sembravano
sinceramente interessati al mio progetto di rilancio dell’Europa. E
quindi avevo pensato che tutti insieme avremmo potuto dare una scossa
alla Ue. Così non è stato. Loro non ce la fanno proprio... Avranno le
elezioni, avranno i loro problemi ma non ce la fanno...».
Perciò?
Il presidente del Consiglio sembra ultimativo: «Io voglio la crescita,
l’Europa sociale, e invece Germania e Francia vogliono vivacchiare, e
questo io non lo posso fare, non li posso seguire lungo quella china,
perché sarebbe la morte dell’Europa».
Renzi non pare proprio avere
dubbi a proposito: «A marzo 2017 festeggeremo i 60 anni dell’Unione
Europea, e io come dovrei presentarmi davanti ai concittadini di tutto
il continente? Con un documento di quelli “tradizionali” in cui si dice
tutto o niente, tanto fa lo stesso?».
Domanda retorica,
ovviamente. Per ammissione dello stesso presidente del Consiglio,che
spiega: «Io non ci sto a vivacchiare, che senso ha per l’Europa? No, non
ha alcun senso, perché noi vogliamo farla vivere, non affossarla. Se
l’alternativa deve essere vivacchiare con Angela Merkel, andandole
appresso, o rompere questo stato di cose, allora io preferisco rompere».
E
nella «rottura» di cui parla il premier è implicita anche l’esclusione
dal vertice Merkel, Hollande, Juncker e pure una coda di cattivi
rapporti europei che difficilmente si saneranno in poco tempo.
Dunque
il presidente del Consiglio non si pente degli strappi che ha fatto.
Tutt’altro. «Io — spiega il premier — voglio restituire un’anima e un
sogno alla visione europea. Se vogliamo che veramente l’Europa abbia un
futuro, io ci sono, se dobbiamo fare incontri inutili, no, allora passo e
lascio gli incontri ad altri».
Per farla breve, secondo Matteo
Renzi, «l’Italia non può stare con chi ha una visione di corto respiro,
come Angela Merkel in questa fase»: «Ci aspettiamo di più e vogliamo di
più. Se vogliamo fare le cose serie, noi ci siamo. Sappiamo tutti che se
vogliamo rilanciare l’Europa dobbiamo cambiarne la direzione, senza
fare finta che tante questioni non si esauriscono con degli accordi
senza anima e senza orizzonti».
Dunque il presidente del Consiglio
sceglie la «linea dura» nei confronti dell’Europa e della cancelliera
tedesca Angela Merkel. Costi quel che costi. Il che non significa,
assicura il premier, che l’Italia farà per conto proprio, che non
rispetterà i vincoli della Ue, pur criticandoli. «Io — spiega il
presidente del Consiglio — non dico che faccio quello che cavolo voglio,
ci mancherebbe altro. Non infrangerò le regole europee».
Un’assicurazione.
Con un’aggiunta: «Queste regole, come pure è stato scritto, prevedono
che io possa ricostruire una scuola, dopo un terremoto, perché quei
fondi sono fuori della legge di Stabilità, se così non fosse allora
andrei avanti comunque, perché per me la priorità è ricostruire quella
scuola».