Corriere 18.9.16
«È un dovere lavorare insieme ma il debito pubblico dell’Italia resta un problema tutto vostro»
di Luigi Offeddu
«L’assenza
del vostro premier Renzi alla conferenza stampa di Bratislava con
Hollande e Merkel? Beh, sarebbe stato un grande segnale se i tre grandi
Paesi fossero stati insieme in quel momento, ma quell’assenza posso
capirla. Renzi spingeva per avere ulteriori progressi dal vertice… e non
partecipare è stata comunque una sua decisione».
Manfred Weber,
tedesco di Baviera e presidente del gruppo del Partito popolare europeo
all’Europarlamento, è da sempre la voce ufficiosa di Angela Merkel
nell’unica istituzione direttamente eletta dai cittadini europei. Dice
di non essere «scandalizzato» o «arrabbiato» per quel vuoto imprevisto
sul podio della conferenza stampa, ma aggiunge che «vi sono due lati
della medaglia».
Quali?
«Prima di tutto, il vertice di
Bratislava ha compiuto pur sempre dei passi importanti: per esempio, ha
marcato una chiara direzione verso la protezione delle frontiere
stabilendo che per la fine del 2016 opererà una guardia costiera comune,
con aiuti e freschi finanziamenti dalla Unione Europea alla Bulgaria
perché assicuri la sicurezza del suo confine con la Turchia. Questo è
stato un passo concreto».
Perché, in sostanza?
«Perché potremo controllare chi entra e chi esce dall’Unione Europea via mare».
E, poi, c’è l’altro lato della medaglia…
«Certo.
Dopo Bratislava, per il futuro, bisogna tornare a ricordare e ribattere
che noi tre Paesi dobbiamo sempre lavorare insieme: Italia, Germania e
Francia hanno responsabilità molto specifiche nei confronti
dell’Europa».
Però la Germania di Angela Merkel sostiene delle
politiche di rigore di cui, fra l’altro, lei è da sempre uno dei più
convinti sostenitori. Mentre Matteo Renzi afferma: «l’Unione Europea può
crescere solo se abbandona l’austerità». Sembrano la luna e il sole,
due pianeti quasi opposti: che cosa risponde?
«Che ci sono i tre
pilastri fondamentali dello sviluppo economico, stanno tutti insieme, e
non dobbiamo mai dimenticarli: sono le riforme interne nei vari Paesi
che assicurino la stabilità dei bilanci pubblici, poi gli investimenti, e
poi il controllo del debito pubblico. Non possiamo giocare dicendo di
volta in volta: questo mi sta bene, quest’altro no».
È ciò che starebbe facendo Roma?
«Il
vostro governo ha compiuto delle buone riforme, per esempio nel mercato
del lavoro. Ma il debito pubblico italiano è sempre troppo alto. E non è
un problema nostro, ma vostro: di cui dovranno occuparsi anche figli e
nipoti. Perciò dovete discuterne in Italia, anche perché nel 2017
aumenteranno probabilmente i tassi di interesse e questo sarà un
ulteriore peso per l’Italia».
Tuttavia anche la Germania, è ancora
Renzi a dirlo, ha violato le norme europee non tenendo sotto controllo
il suo deficit commerciale. L’Europa dice che nessun Paese può avere un
saldo positivo superiore al 6 per cento del suo Prodotto interno lordo
nella media dei 3 anni. Che cosa risponde?
«Rispondo che Renzi
affronta un tema già toccato da altri. E che su questo tema, in Germania
come in Austria e in altri Paesi, vi sono degli squilibri. Il surplus
commerciale tedesco, secondo gli ultimi dati è intorno al 9 per cento
del Pil, cioè non sostenibile. La Germania non dovrebbe risparmiare
tanti soldi quanto piuttosto investirli. Ma ricordo anche che ogni Paese
deve rispettare le regole, dare il suo contributo a livello europeo.
Perciò, come membro dell’Europarlamento e del Partito popolare, dico
all’Italia: per favore, preoccupati di stabilizzare il tuo debito
pubblico. E alla Germania: correggi il tuo surplus commerciale. Questo,
senza interferire nei poteri di nessuno. Ma per il bene dell’eurozona, e
di tutta l’Unione Europea».