Corriere 17.9.16
Di Battista media, gli altri attaccano
L’infuocata chat dei deputati M5S
di Emanuele Buzzi
Grillo irritato: potrebbe puntare solo sul parlamentare romano e Di Maio
MILANO
La fibrillazione continua. I vertici, i parlamentari e la base — a una
settimana esatta dalla kermesse Italia 5 Stelle a Palermo — ancora si
interrogano sul caso Campidoglio e sulla svolta politica annunciata da
Beppe Grillo per segnare l’era post direttorio. Una discussione
infinita. Nonostante il post di rassicurazione e sostegno a Virginia
Raggi, tra i parlamentari Cinque Stelle continua il dibattito. La
scissione che serpeggia nel direttorio tra pragmatici e ortodossi anima
anche deputati e senatori.
L’intervento pubblico di Roberta
Lombardi — che, in seguito, sul suo profilo Facebook ha citato anche
Martin Luther King e la necessità alle volte di saper prendere posizioni
né sicure né convenienti — ha smosso le acque anche nella chat dei
parlamentari, che diventa rovente. C’è chi come Patrizia Terzoni chiede
di stoppare gli attacchi al sindaco perché tutti ci stanno rimettendo,
chi — è il caso di Alessandro Di Battista — si schiera con Raggi ma
sostiene di comprendere le ragioni della ex capogruppo alla Camera
perché alcuni personaggi (riferendosi a Raffaele Marra) vanno rimossi
dal mondo Cinque Stelle. Manlio Di Stefano, invece, prende le difese di
Lombardi, spiegando di condividere la sua scelta proprio per non
rovinare dieci anni di lavoro. Giulia Di Vita a sua volta polemizza sul
fatto che le persone si siano schierate con Raggi proprio perché
all’oscuro delle vicende. Marta Grande si limita a dire quanto sia
controproducente attaccare con un comunicato in un momento di fermento.
Salvatore Miccillo chiede chiarimenti. E c’è anche chi alza i toni e
parla di rischio «sputtanamento». Il puzzle è complesso e le voci che si
alternano tra loro danno l’idea di quanto sia frastagliato il dibattito
interno al Movimento.
Le continue pressanti richieste d’ascolto
nei confronti dei vertici, in primis di Grillo, avrebbero sortito però
l’effetto opposto: il garante sarebbe deluso e turbato dagli sfoghi e
dalle pressioni. Non solo. Si starebbe convincendo della necessità di
una svolta in chiave pragmatica. Il superamento del direttorio,
annunciato nei fatti, è alle porte. Il garante sta coinvolgendo in un
ruolo sempre più politico anche Davide Casaleggio. Il ritorno della
centralità dell’asse Milano-Genova, insomma, è un altro dato di fatto,
ma la partita potrebbe premiare anche l’asse Di Battista- Di Maio.
Tuttavia
l’intento è quello di tenere unite le diverse anime e l’ala ortodossa
sarà comunque coinvolta nella nuova fase. L’imperativo, in ogni caso, è
quello di lasciar lavorare Raggi e gestire internamente le frizioni.
Grillo preme per trovare una soluzione in tempi rapidissimi, una nuova
governance pentastellata da presentare probabilmente la prossima
settimana in Sicilia: sul tavolo ci sarebbero alcune opzioni ma nulla
ancora di stabilito.
Intanto, Di Maio e Di Battista ieri sono
tornati in piazza a Catania per rilanciare le battaglie del Movimento
(con il tour per il No al referendum costituzionale). Nel mirino Matteo
Renzi: «Ieri il presidente del Consiglio ha fatto una figura che fece
qualche anno fa Berlusconi con Sarkozy e Merkel che ridevano — ha
ironizzato Di Battista —. Ieri invece Hollande e Merkel lo hanno escluso
del tutto dai tavoli che contano».