domenica 18 settembre 2016

Corriere 17.9.16
Di Battista media, gli altri attaccano
L’infuocata chat dei deputati M5S
di Emanuele Buzzi

Grillo irritato: potrebbe puntare solo sul parlamentare romano e Di Maio
MILANO La fibrillazione continua. I vertici, i parlamentari e la base — a una settimana esatta dalla kermesse Italia 5 Stelle a Palermo — ancora si interrogano sul caso Campidoglio e sulla svolta politica annunciata da Beppe Grillo per segnare l’era post direttorio. Una discussione infinita. Nonostante il post di rassicurazione e sostegno a Virginia Raggi, tra i parlamentari Cinque Stelle continua il dibattito. La scissione che serpeggia nel direttorio tra pragmatici e ortodossi anima anche deputati e senatori.
L’intervento pubblico di Roberta Lombardi — che, in seguito, sul suo profilo Facebook ha citato anche Martin Luther King e la necessità alle volte di saper prendere posizioni né sicure né convenienti — ha smosso le acque anche nella chat dei parlamentari, che diventa rovente. C’è chi come Patrizia Terzoni chiede di stoppare gli attacchi al sindaco perché tutti ci stanno rimettendo, chi — è il caso di Alessandro Di Battista — si schiera con Raggi ma sostiene di comprendere le ragioni della ex capogruppo alla Camera perché alcuni personaggi (riferendosi a Raffaele Marra) vanno rimossi dal mondo Cinque Stelle. Manlio Di Stefano, invece, prende le difese di Lombardi, spiegando di condividere la sua scelta proprio per non rovinare dieci anni di lavoro. Giulia Di Vita a sua volta polemizza sul fatto che le persone si siano schierate con Raggi proprio perché all’oscuro delle vicende. Marta Grande si limita a dire quanto sia controproducente attaccare con un comunicato in un momento di fermento. Salvatore Miccillo chiede chiarimenti. E c’è anche chi alza i toni e parla di rischio «sputtanamento». Il puzzle è complesso e le voci che si alternano tra loro danno l’idea di quanto sia frastagliato il dibattito interno al Movimento.
Le continue pressanti richieste d’ascolto nei confronti dei vertici, in primis di Grillo, avrebbero sortito però l’effetto opposto: il garante sarebbe deluso e turbato dagli sfoghi e dalle pressioni. Non solo. Si starebbe convincendo della necessità di una svolta in chiave pragmatica. Il superamento del direttorio, annunciato nei fatti, è alle porte. Il garante sta coinvolgendo in un ruolo sempre più politico anche Davide Casaleggio. Il ritorno della centralità dell’asse Milano-Genova, insomma, è un altro dato di fatto, ma la partita potrebbe premiare anche l’asse Di Battista- Di Maio.
Tuttavia l’intento è quello di tenere unite le diverse anime e l’ala ortodossa sarà comunque coinvolta nella nuova fase. L’imperativo, in ogni caso, è quello di lasciar lavorare Raggi e gestire internamente le frizioni. Grillo preme per trovare una soluzione in tempi rapidissimi, una nuova governance pentastellata da presentare probabilmente la prossima settimana in Sicilia: sul tavolo ci sarebbero alcune opzioni ma nulla ancora di stabilito.
Intanto, Di Maio e Di Battista ieri sono tornati in piazza a Catania per rilanciare le battaglie del Movimento (con il tour per il No al referendum costituzionale). Nel mirino Matteo Renzi: «Ieri il presidente del Consiglio ha fatto una figura che fece qualche anno fa Berlusconi con Sarkozy e Merkel che ridevano — ha ironizzato Di Battista —. Ieri invece Hollande e Merkel lo hanno escluso del tutto dai tavoli che contano».