Corriere 14.9.16
La ragazzina stuprata in Calabria e il silenzio della ministra Boschi
di Monica Ricci Sargentini
Guardateli.
Questi sono i volti dei ragazzi che per due anni hanno violentato una
ragazzina di tredici anni a Melito Porto Salvo nel Reggino. Il Paese ha
manifestato pochissima solidarietà nei confronti della ragazzina, che
oggi ha 16 anni. Alla marcia di solidarietà c’erano poche persone venute
soprattutto dal resto della Calabria. Ora dov’è lo sdegno delle
istituzioni? Cosa c’è di più importante in questo momento per chi ha la
delega alle Pari Opportunità di essere al fianco della giovane vittima?
Perché non ci chiama tutte a raccolta a Melito Porto Salvo? Tutte lì
dovremmo sfilare ora. Il 12 settembre la Rete nazionale dei Centri
Antiviolenza (D. i.Re), con una nota a firma della sua presidente Titti
Carrano, si è rivolta alla ministra Boschi. Pubblichiamo l’appello di
queste donne sperando in una risposta di Maria Elena Boschi.
“Ministra
Boschi, vada a Melito Portosalvo più presto che può, nel paese
italiano dove una ragazza di 16 anni di un metro e 55 per 40 chili è
stata violentata da un branco di nove giovani maschi fin da quando era
una bambina di 13. Lei è appena andata a Milano al “Tempo delle Donne” a
dire che le importa delle donne, che farà fruttare a vantaggio di tutte
la delega al Ministero delle pari Opportunità. Allora adesso vada a
Melito Portosalvo, dove fra gli stupratori c’erano il figlio di un
maresciallo e il fratello di un poliziotto, oltre al figlio di un uomo
di cui tutti in paese hanno molta paura. Le donne della Fidapa di
Melito – artiste, professioniste, imprenditrici – preoccupate per il
clima di violenza e intimidazione, pochi mesi fa hanno convocato le
operatrici del Centro Antiviolenza Roberta Lanzino di Cosenza per un
corso di formazione, volendo aprire al più presto uno sportello di
ascolto e sostegno alle donne. Anche la scuola ha fatto il suo dovere,
accorgendosi della tragedia che accadeva alla ragazzina violentata dal
branco, a ascoltarla, a crederle, a denunciare. Eppure queste cittadine e
questi cittadini ora rischiano l’isolamento. Il sindaco insulta i
giornalisti, il parroco consiglia di tacere, e viene biasimata da molti
una fiaccolata di solidarietà con la bambina stuprata cui hanno
partecipato 1000 persone, molte venute dal resto della Calabria. Questi
orrori succedono dappertutto, non solo a Melito. Qualche anno fa, nel
2007, a Montalto di Castro, c’è stata una vicenda simile e il paese ha
difeso gli supratori invece della ragazza stuprata. A Melito la
delegittimazione della denuncia non è solo sessuale: c’è chi ha
interesse a mettere i cittadini di questo territorio sotto il tallone
della criminalità. Ma se lei va a Melito Portosalvo le cittadine e i
cittadini che hanno a cuore la legalità, quelli che sono inorriditi
dell’accaduto, che sospettano non si tratti di un caso isolato, avranno
il coraggio di uscire di casa per venire ad ascoltarla. Le attiviste,
le associazioni, le femministe, le donne dei Centri Antiviolenza come
noi saranno tutte con lei”.