Corriere 12.9.16
Enrico Rossi, governatore della Toscana
«Io dico Sì per evitare l’eterno gioco dell’oca»
intervista di Monica Guerzoni
ROMA «Io non cambio idea, al referendum voterò Sì».
Non le dispiace andare controcorrente rispetto alla sinistra del Pd, presidente Enrico Rossi?
«Per
quanto molto imperfetta e malgrado alcune intemperanze di Renzi, è un
passo avanti. Se torniamo sempre alla casella di partenza, come nel
gioco dell’oca, i cittadini potrebbero stufarsi».
Bersani, Speranza e Cuperlo temono gli effetti del combinato disposto tra Italicum e riforma. Lei no?
«I
cento capilista bloccati possono avere un’influenza sugli equilibri
costituzionali, è un’idea della democrazia che non mi convince. Sarei
per restituire la scelta ai cittadini».
Cosa la convince, invece?
«La
fine del bicameralismo paritario e la riduzione della decretazione
d’urgenza. Anche il Senato dei territori, per quanto imperfetto, è un
passo avanti. Ma il modo con cui Renzi ha presentato le riforme è quanto
di più sbagliato e infatti si è dovuto correggere».
Cosa farebbe al suo posto?
«Proverei ad assumere un atteggiamento di disponibilità e persino di umiltà».
Se l’apertura di Renzi sulla legge elettorale è vera, lei quale modello suggerisce?
«Penso
sia importante assegnare il premio di maggioranza alle coalizioni.
Rivisitare il Mattarellum sarebbe un buon punto di partenza».
Sbaglia D’Alema o Renzi?
«D’Alema
fa una battaglia che non condivido, ma deve essere rispettato per la
sua storia e per quello che dice. I suoi toni, per quanto pungenti, sono
un’altra cosa rispetto alle offese personali. Se fossi il segretario
farei un convegno e ascolterei le ragioni del No».