domenica 11 settembre 2016

Corriere 11.9.16
Raggi: nel contratto multa da 150 mila euro e clausola dimissioni
Il codice firmato con M5S: stop con voto online, a proporlo Grillo o 500 iscritti
di Ernesto Menicucci

Cacciare Ignazio Marino, per il Pd, fu un’operazione tecnicamente molto complicata: le firme dei consiglieri dem, l’aggiunta di quelli dell’opposizione, la corsa dal notaio. Ma per il Movimento 5 Stelle far cadere Virginia Raggi, se la crisi del Campidoglio arrivasse a un punto di non ritorno, potrebbe essere molto più semplice. E lo strumento, ai vertici di M5S, l’ha dato proprio la sindaca che, da candidata alle «comunarie» firmò il famoso «Codice di comportamento per i candidati ed eletti del Movimento 5 Stelle alle elezioni amministrative di Roma 2016».
Il testo
Un contratto vero e proprio, utilizzato nella Capitale e non a Torino, proprio perché già allora i 5 Stelle — era ancora vivo Gianroberto Casaleggio — temevano qualche deriva «pizzarottiana» della sindaca. In dieci punti, ci sono sia i «paletti» (le nomine nelle strutture «di diretta collaborazione» devono «essere approvate dallo staff coordinato dai garanti di M5S»; le proposte di «alta amministrazione e le questioni giuridicamente complesse vanno sottoposte a parere tecnico-legale») sia la possibile exit strategy. Il punto nove («Sanzioni») elenca i motivi in base ai quali sindaco, assessori o consiglieri «assumono l’impegno etico di dimettersi». Primo: in caso di condanna penale, «anche in primo grado». Secondo: se, «a seguito dell’iscrizione nel registro degli indagati per fatti penalmente rilevanti, la maggioranza degli iscritti a M5S mediante consultazione in rete ovvero i garanti del Movimento (oggi è rimasto solo Beppe Grillo, ndr) decidano per tale soluzione». Terzo: in caso di inadempienza al codice di comportamento, «con decisione assunta da Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio o dagli iscritti M5S». Raggi potrebbe essere dichiarata «inadempiente» «col principio della democrazia diretta detto recall, già applicato negli Usa». Basta che 500 iscritti a M5S al 31 dicembre 2014 e residenti a Roma propongano di dichiararla inadempiente e che la proposta venga approvata online «a maggioranza», dagli iscritti romani di M5S al 30 giugno 2015. A quel punto, c’è pure la penale di 150 mila euro. Forse non immaginava tutto questo, ma quando Virginia ha firmato il «codice» ha messo nelle mani del suo movimento la «pistola» per farla fuori.