Corriere 10.9.16
La ministra dell’Istruzione Stefania Giannini
«Da ottobre nelle scuole educazione all’affettività»
di Antonella De Gregorio
A
scuola non si parla d’amore. O lo si fa male. Da quarant’anni il Paese è
fermo. Unico in Europa (con Polonia e Bulgaria) a non prevedere
l’educazione sessuale nei curriculum scolastici. Ci sono esperienze
frammentate, promosse da associazioni o Asl. pagate dagli enti locali (o
dai genitori). Mentre manca un quadro di riferimento legislativo. Ma la
ministra dell’Istruzione Stefania Giannini ha annunciato che «entro la
metà di ottobre» verranno presentate le linee guida dell’educazione di
genere. «Il lavoro è praticamente concluso», ha detto intervenendo a «il
Tempo delle donne». Una risposta (tardiva) alla richiesta che viene
dalla Convenzione di Istanbul e dall’Organizzazione mondiale della
Sanità, di inserire l’educazione sentimentale nei programmi scolastici. I
principi sono enunciati nel comma 16 della legge 107 (la Buona scuola,
ndr ), che per la prima volta ha messo nero su bianco la necessità di
promuovere una cultura delle pari opportunità in tutte le scuole, di
contrasto a ogni forma di discriminazione e di violenza di genere. «Non
sarà un insieme di regole e prescrizioni — ha precisato la ministra — ma
un’onesta e utile rassegna di come questi temi debbano entrare in
classe». Non «un’ora di...», ma le scuole, in totale autonomia, potranno
scegliere le attività più adatte per dare corpo al progetto. «Cultura
del rispetto, consapevolezza di sé: finalmente si potrà parlare di
questi argomenti con insegnanti preparati a farlo», ha spiegato
Giannini. Le risorse ci sono: «Abbiamo per la formazione dei docenti 40
milioni all’anno: un segmento sarà dedicato anche all’educazione
all’affettività». Occorre però «un’alleanza tra scuola e società. Noi
forniremo gli strumenti, ma bisogna anche coinvolgere genitori,
associazioni e mondo reale». Il lavoro da fare è «gigantesco», ha
ammesso. Obiettivo: parlare ai ragazzi senza quei tabù che
«caratterizzano il contesto culturale in cui viviamo e approviamo le
nostre leggi», ha detto Giannini; che è tornata sulle polemiche nate due
anni fa dalle foto in topless che le furono scattate in vacanza, in una
spiaggia privata. «Per quelle foto sono stata messa in croce per mesi. A
una ministra danese non sarebbe mai successo».