Repubblica 27.8.16
L’inchiesta
Sopralluoghi e acquisizioni
di atti, le prime mosse “Non può essere stata solo colpa del destino”
Verifiche sul ruolo di imprenditori chiacchierati
“Più sabbia che cemento” Il procuratore indaga sul crollo di 115 palazzi
di Dario Del Porto Fabio Tonacci
Una
scuola elementare appena ristrutturata che si sbriciola, i pilastri
portanti incrinati. Un campanile restaurato tre volte che diventa la
tomba di un bambino di pochi mesi. Case che crollano sotto il peso di
soffitti in cemento armato poggiati sopra fragili mura di sassi.
Palazzine dai tramezzi con più sabbia che malta. «No, quanto accaduto
non può essere considerato solo frutto della fatalità», dice il
procuratore capo di Rieti Giuseppe Saieva. L’uomo che, in queste ore,
deve trovare la risposta più difficile: c’è una responsabilità “altra”
per la strage dei 281 morti causata dal terremoto? «L’esperienza e la
logica ci dicono che, ad Amatrice, le faglie hanno fatto tragicamente il
loro lavoro. E questo si chiama destino. Ma se gli edifici fossero
stati costruiti come in Giappone, non sarebbero crollati».
LA VERITÀ DEI TRAMEZZI
Chiuso
nel suo ufficio di Rieti, Saieva ricontrolla per l’ennesima volta la
lista dei morti accertati sulla sua scrivania. «Sono loro, per ora, la
mia priorità». Le salme. Da identificare ufficialmente, da sottoporre ad
esame medico- legale una per una. «Tutte le nostre risorse sono
impegnate su questo fronte». Ma il procuratore, che ha aperto
un’inchiesta per disastro colposo e omicidio colposo, sa bene la mole di
lavoro che lo aspetta. E di cui già ha intravisto le tracce.
Poche
ore dopo il terremoto della notte del 24 agosto, infatti, è andato
personalmente sui luoghi del disastro. «Per portare la mia solidarietà»,
spiega. Ma era anche un sopralluogo. Di fatto, il primo atto della sua
inchiesta. «All’ingresso del paese ho visto una villa schiacciata sotto
un’enorme tettoia di cemento armato», racconta. «Poco lontano c’era
anche un palazzo di tre piani che aveva tutti i tramezzi crollati. Devo
pensare che sia stato costruito al risparmio, utilizzando più sabbia che
cemento». Sono i primi appunti di un fascicolo tutto da scrivere. «Cose
che accerteremo a tempo debito. Se emergeranno responsabilità e
omissioni, saranno perseguite. E chi ha sbagliato, pagherà».
DOCUMENTI DA RECUPERARE
Sotto
le macerie ci sono anche le carte su cui si baserà l’indagine della
procura di Rieti, affidata a un pool di quattro magistrati. Sono i
documenti raccolti dagli uffici tecnici di Amatrice (dove il municipio è
devastato) e Accumoli, dove il campanile della chiesa è caduto.
Permessi di costruzione, autorizzazioni, adeguamenti antisismici,
progetti esecutivi, collaudi, relazioni dei direttori dei lavori. In
sintesi, la vita burocratica di ogni edificio, di ogni appartamento, di
ogni palazzo di questo territorio inserito dai geologi nella zona rossa,
rischio sismico massimo.
La polizia giudiziaria non li ha ancora
acquisiti. Una volta presi tutti i faldoni, l’indagine si concentrerà
sugli immobili che hanno subito i danni maggiori. Iniziando da quelli
dove ci sono state delle vittime. Secondo una prima stima, sono 115 gli
edifici crollati o gravemente lesionati nei due comuni del reatino. I
pm, per prima cosa, verificheranno se ciò che è stato costruito ex novo o
modificato negli ultimi 15 anni sia conforme al testo unico del 2001,
la norma base con le disposizioni in materia di progettazione
antisismica. Ma non basterà risultare in regola sulla carta. Ulteriori
accertamenti saranno svolti su come sono stati realizzati i progetti
dalle imprese. E neanche allora basterà, perché poi si guarderanno i
collaudi: sono stati fatti per tutti? Sono stati fatti correttamente?
I COSTRUTTORI SOTTO ACCUSA
Questa
radiografia la subirà anche la scuo- la Romeo Capranica di Amatrice. Il
simbolo di un fallimento, a suo modo. Torniamo indietro di qualche
anno, intorno al 2010.
Il comune di Amatrice riceve un primo
finanziamento di 500mila euro dal fondo per l’edilizia scolastica. A
questi, dopo il sisma dell’Aquila, se ne aggiungono 200mila, stanziati
dalla Regione con l’obiettivo specifico del miglioramento antisismico di
quell’edificio. Soldi che in realtà il comune di Amatrice anticipa
dalle proprie casse, perché ancora oggi non sono stati erogati dalla
Provincia.
L’istituto viene comunque ristrutturato e inaugurato in
tempi record: il 13 settembre 2012, alla vigilia dell’inizio dell’anno
scolastico. Ma sull’esecuzione dei lavori, la storia si ingarbuglia.
L’appalto lo vince il Consorzio Stabile Valori, controllato dalla
Dionigi srl, di cui è socio l’avvocato amministrativista Francesco
Mollica, 39 anni. Un suo zio, l’imprenditore di Patti Pietro Tindaro
Mollica, si è ritrovato più volte coinvolto in vicende giudiziarie,
senza però aver mai riportato condanne e ottenendo da Tar e Consiglio di
stato l’annullamento di alcune interdittive antimafia. Oggi Pietro
Tindaro Mollica è ancora imputato per bancarotta a Roma. Attraverso
l’avvocato Filippo Dinacci, il Consorzio stabile Valori, rappresentato
da Valentino Di Virgilio, spiega: «Eseguiamo i lavori attraverso circa
80 consorziate. Nel caso di Amatrice sono stati assegnati ed eseguiti
totalmente dalla Edil Qualità di Roma. Siamo certi della correttezza
dell’operato dell’impresa costruttrice».
POLISTIROLO NELLE MURA
Altro
nodo da sciogliere riguarda un ulteriore appalto “per la prevenzione e
riduzione del rischio connesso alla vulnerabilità degli elementi anche
non strutturali della Capranica”. La gara, per un valore di 172.000, si
apre il 22 dicembre scorso e se la aggiudica la Dema Srl con un ribasso
del 27,5 per cento. Solo pochi giorni prima del terremoto, alla preside
della scuola viene comunicato che si sarebbe fatto un intervento al
tetto. Le prime foto degli interni, scattate dalle squadre dei vigili
del fuoco dopo il disastro, sembrano però suggerire problemi strutturali
ai pilastri più che al soffitto. E alcune immagini televisive mostrano
polistirolo e retine nelle strutture portanti. Ma Sergio Pirozzi, il
primo cittadino di Amatrice, non ci sta a finire sulla graticola:
«Abbiamo già notificato ai carabinieri la delibera con la quale ci
costituiremo parte civile. Evitiamo qualsiasi sciacallaggio. Ho dei
figli, sono il primo ad essere sconvolto».