il manifesto 26.8.16
Colombia, le tappe di una democrazia insanguinata
Date. Alle origini del conflitto armato
di Geraldina Colotti
Per
comprendere la natura e le origini del conflitto armato in Colombia,
occorre partire da una data cruciale: l’assassinio Jorge Eliecer Gaitan,
il popolare leader liberale, ucciso il 9 aprile del 1948. Dopo la sua
morte, si aprì un periodo di forti turbolenze, chiamato il Bogotazo.
Soprusi,
ingiustizie, chiusura degli spazi democratici e delle garanzie di
sicurezza per una vera opposizione, accompagneranno da allora il sistema
politico colombiano. Le Farc vengono fondate nel 1964 come braccio
armato del Partito comunista, a difesa dei contadini poveri in lotta
contro i latifondisti e i loro “pistoleros”, messi a difesa degli
interessi dei due schieramenti di potere, il partito Liberale e quello
Conservatore. Nella grande spinta che attraversava il continente
sull’onda della rivoluzione cubana vittoriosa, i contadini avevano
organizzato comuni agricole, perseguite dall’esercito.
Il 30
maggio del 1964, molti dei sopravvissuti alla feroce repressione della
più grande delle comuni – la Repubblica di Marquetalia – dettero vita
alle Forze armate rivoluzionarie colombiane. Il loro leader era Pedro
Antonio Marin, che verrà conosciuto con il nome di battaglia di Manuel
Marulanda, detto anche Tirofijo, per la precisione del suo tiro.
Nel
corso degli anni, le Farc – un’organizzazione marxista-leninista – sono
arrivate a controllare ampie porzioni di territorio e a raggiungere il
numero di oltre 20.000 effettivi nel 2002. Vi sono stati tre tentativi
di trovare un accordo di pace, tutti falliti: durante le presidenze di
Belisario Betancourt (1982-1986), Cesar Gaviria (1990-94) e Andres
Pastrana (1998-2002). Altissime le perdite subite dai guerriglieri ai
più alti livelli di comando. Marulanda è morto di malattia nel 2008, ma
molti sono caduti sotto il fuoco dei soldati, del paramilitarismo o
degli omicidi mirati, aumentati in modo esponenziale durante la
presidenza di Alvaro Uribe, che ebbe come ministro della Difesa Manuel
Santos.
Il 1° marzo del 2008, nella regione di Sucumbios, in
Ecuador, venne bombardato un campo delle Farc, e persero la vita una
ventina di guerriglieri, quattro studenti messicani e un cittadino
ecuadoregno, molti dei quali finiti a sangue freddo con colpi di calcio
di fucile e spari alla schiena durante l’invasione di truppe colombiane
dopo il bombardamento. Il presidente dell’Ecuador, Rafael Correa ruppe
allora le relazioni con la Colombia.
Le Farc hanno sempre cercato
una mediazione, anche nel pieno della guerra che, nel 2011 li ha privati
di Guillermo Leon Sanchez, alias Alfonso Cano, subentrato a Marulanda.
Ma chi ne ha preso il posto, Rodrigo Londono, detto Timochenko, ha
guidato l’organizzazione armata nel negoziato che ha portato agli
accordi di pace, dopo una trattativa iniziata in Norvegia quattro anni
fa su iniziativa di Hugo Chavez e proseguita poi all’Avana.