sabato 27 agosto 2016

Il Fatto 27.8.16
L’Anpi ora lancia la sfida a Renzi:
“Sì al confronto”
Il presidente Carlo Smuraglia disponibile al dibattito sul referendum: “Nessun motivo per rifiutare l'invito”
di Luca De Carolis


Il secondo sì, quello più atteso, da quelli del No. Dopo aver deciso di partecipare alla festa dell’Unità di Bologna, previa certezza di poter fare propaganda contro la riforma del Senato, l’Associazione nazionale partigiani fa un altro passo verso il disgelo con il Pd. E accetta l’offerta di un dibattito pubblico sul referendum, lanciata domenica scorsa da Matteo Renzi al presidente dell’Anpi, Carlo Smuraglia, “perché la questione della nostra libertà di usufruire di spazi all’interno della festa appare risolta”.
TRADOTTO, la rimozione del veto a banchetti e volantini per il No ha portato alla tregua. Solo lunedì scorso lo stesso Smuraglia aveva reagito gelidamente: “L’ipotizzato confronto non è la soluzione del problema di fondo”. E il problema era proprio “la modalità della presenza dell’Anpi nei consueti spazi delle feste”. Ma nel frattempo il Pd quel nodo l’ha sbrogliato, partendo da Bologna, dove il divieto era stato più rumoroso. E l’associazione, che si era detta pronta a disertare la festa, ieri era con il suo stand e i suoi volantini per il No all’inaugurazione dell’evento bolognese. Niet saltato quindi, come suggerito dal partito centrale. In ossequio alla nuova linea di Renzi, che cerca di spersonalizzare la partita del referendum anche aprendo al confronto a sinistra. Così ieri la segreteria nazionale dell’ Anpi ha celebrato: “Questione risolta, come da intese raggiunte a Bologna, Reggio Emilia e in altre sedi, che logicamente varranno per le altre parti d’Italia”. Soprattutto, ha detto sì al dibattito: “Non sussistono motivi per non accettare l’invito del segretario del Pd, sarà un’occasione di confronto sul merito”. Però ora bisogna stabilire come e dove. “Sede, data, modalità di svolgimento e moderatore (o moderatrice) dovranno essere concordati così da garantire condizionidiimparzialità”avverte l’associazione. La sede sarà sicuramente una festa dell’Unità. E la maggiore indiziata rimane quella di Bologna, da dove si sono già offerti di ospitare il confronto. Ieri si è candidata anche Reggio Emilia, dove il veto non c’è mai stato. “Qui l’Anpi è stata presente alla festa sin dal primo giorno anticipando gli esiti che altrove sono giunti dopo un pò di percorso” rivendicano il segretario provinciale del Pd Andrea Costa e il direttore della festa, Paolo Cervi.
Intesa naturale, nella città che è la principale roccaforte dell’Anpi. Ma Bologna rimane la prima scelta. Per il moderatore, opzioni molteplici (tra i nomi quello dell’ex direttore di Repubblica Ezio Mauro). Nel Pd nazionale intanto respirano. Avevano bisogno dell’armistizio, anche se proprio inaugurando la festa di Bologna giovedì il vicesegretario Debora Serracchiani ha seminato sarcasmo: “Spero che i militanti dell’Anpi non mi buttino fuori, sono una loro iscritta”. Mentre una iscritta Anpi ha restituito la tessera per protesta contro la linea sul referendum. Le scorie insomma sono ancora visibili. Il bersaniano Federico Fornaro vede comunque positivo: “Come da noi auspicato si è riaperto il dialogo con l’Anpi, ora confronto sul merito”.