Il Fatto 26.8.16
Il manuale sessuale di mons. Paglia Sex & the Vatican, Inquisizione 2.0
Esistono due soli modi di donarsi: verginità e matrimonio
Il preservativo non impedisce le malattie e toccarsi è peccato mortale
di Daniela Ranieri
È
finalmente online il manuale Il luogo dell’incontro, il “progetto di
educazione affettivo sessuale” a cura del Pontificio Consiglio per la
Famiglia guidato da monsignor Vincenzo Paglia.
Presentato
all’ultima Giornata della gioventù, il documento per educatori e
ragazzi si articola in unità che vanno da titoli impegnativi quali “Le
domande più importanti sul senso della vita e del proprio essere” ad
altri più croccanti, come “A chi voglio aprire la cerniera della mia
tenda?”.
Cliccandoci sopra si aprono slide coloratissime tipo
Leopolda, solo che qui invece dei gufi e dei “conti di Pier Carlo” si
sviluppa tutto uno storytelling catechesimale-rassicurante, una
cornucopia di esortazioni, disegnini, consigli, canzoni e film con cui
s’intende offrire ai giovani le linee per una corretta educazione
sessuale; e chi, se non il Vaticano, così sempre dedito al progresso e
allo sviluppo umano, può fornirne.
L’ATMOSFERA parte spigliata:
Problema: “Il mio amore è limitato”. Soluzione: “Quando ci finisce il
credito del cellulare perché lo abbiamo usato tanto, che facciamo? Lo
buttiamo nella spazzatura o lo ricarichiamo?”, il che conferma che
all’antica ossessione della Chiesa per il sesso s’è aggiunta in era
bergogliana quella per i cellulari e il loro funzionamento (“Una vita
senza Gesù è come un cellulare senza campo”; “La felicità non è
un’app del telefonino”, aprile 2016).
Sbrigata con un uno-due
micidiale la spiacevole pratica gender (“Uomo e donna li creò”, Gen
1,27), e liquidata la pratica del “Rimorchiare” comune a molti
contemporanei (tra cui l’abate di Montecassino, habituée della app
gay-radar Grindr) come “cosificazione dell’altro”, si passa ai classici.
Come per l’antico Santo Uffizio, per la Santa Inquisizione 2.0 esistono
solo “Due modi di donarsi: la verginità e il matrimonio”.
Ora,
sia chiaro: a noi piace di più fare le cose sessuali quando il Vaticano
ce le vieta, ma non aveva detto il Papa in persona, a giugno, che “ai
matrimoni superficiali è preferibile la convivenza”? Che è meglio
prepararsi insieme a un matrimonio responsabile che contrarre
“matrimonios de apuro”, “di fretta”, riparatori, mondani? Evidentemente
tra loro, il Papa e Monsignor Paglia, non si parlano (e del resto il
Papa ha disposto che il Consiglio venga squagliato dentro un nuovo
Dicastero che comprende anche laici).
Quindi per la vecchia
guardia pre o anti-bergogliana il problema, come mille anni fa, sono gli
organi sessuali utilizzati fuori dal matrimonio. È l’antico orrore
della Chiesa per il sesso non procreativo, temuto più del furto e
dell’omicidio. Ma tranquilli: “L’assenza di genitalità nel fidanzamento
non implica un silenzio della sessualità”. Tra le opere che gli
educatori mostreranno all’uopo, il film Hakito, il mio migliore amico,
storia dell’amicizia tra un bambino e Hachi, il cane di suo nonno.
Cerchiamo
“preservativo”: “(Si dice che, ndr) è necessario perché riduce il
contagio dalle malattie sessualmente trasmissibili”. Invece? “Le
statistiche dimostrano il contrario”. E l’aborto? “(Si dice che, ndr)
ciò che importa è la libertà della donna e non si uccide una persona
perché il feto non lo è”. Invece? “La scienza ci dice che l’essere
umano è tale sin dal momento del concepimento”. Vabbè.
POI È
TUTTO repertorio: “IL PECCATO”. Sottotitolo:
“Autoerotismo/masturbazione” (per la Chiesa sono due cose distinte). La
masturbazione, che tutto sommato sembrava una buona alternativa alla
castità, è peccato: “La finalizzazione dell’impulso sessuale non
incanala la persona ad uscire da se stessa per dirigersi verso un’altra
bensì a simulare la causa neurofisiologica che produce lo scarico di
tensione con uno stimolo genitale”. Se i preti ci avessero terrorizzato
con questa frase invece che con “quante volte?” avremmo smesso subito.
Sarebbe
questa l’educazione sessuale “in un’epoca in cui si tende a banalizzare
e impoverire la sessualità”, “nel quadro di una educazione all’amore e
alla reciproca donazione”, come aveva disposto Papa Francesco in Amoris
Laetitia? A questo punto si tenessero le slide e ci ridessero il
Diavolo che esce dal camino, almeno si ride.