venerdì 8 luglio 2016

Repubblica 8.7.16
Raggi, j’accuse e impegni “Roma finita in macerie ma tornerà dei cittadini”
Debutto in Aula, citati Argan e “l’umiltà di Petroselli” “Giunta senza politici”. Di Battista: di qui al governo
di Monica Rubino

«Ricostruire una città in macerie con senso del dovere e con umiltà». È la difficile missione della sindaca di Roma Virgina Raggi e l’estrema sintesi del suo discorso di insediamento pronunciato ieri, durante il primo Consiglio comunale della nuova consiliatura capitolina a maggioranza pentastellata. Raggi presenta la sua giunta, nominata «senza ritardi, nei tempi previsti dalla legge». E avverte: «È questa la nostra grande occasione per cambiare le cose, un’occasione per Roma e il M5S. Ce la faremo». Anche perché il direttorio del Movimento, tutto schierato nell’aula Giulio Cesare (tranne Luigi Di Maio che è in Israele), sa bene che dal Campidoglio a Palazzo Chigi il passo potrebbe essere breve. Ma la sfida è insidiosa perché i pericoli nel Comune di Roma «sono ovunque», come sottolinea il vicesindaco Daniele Frongia dopo aver letto con attenzione la relazione del prefetto Francesco Paolo Tronca.
La sindaca parte proprio dal risultato più importante per il M5S: «Dopo 8 lunghi mesi Roma torna ad avere un sindaco eletto democraticamente dai propri cittadini ». E, prima di presentare i suoi assessori, annuncia subito una novità, le domeniche a porte aperte: «Vogliamo iniziare da subito a dare un primo segno tangibile: a partire dall’ultima domenica di questo mese le porte del Campidoglio saranno aperte alle visite dei cittadini che vorranno conoscere da vicino i luoghi delle loro, delle nostre istituzioni». Non solo. Le sedute dell’assemblea capitolina saranno trasmesse in streaming: «Stiamo lavorando – aggiunge – per trasmettere anche quelle delle commissioni».
In un passaggio successivo ricorda ex sindaci comunisti del calibro di Petroselli e Argan: «Nel discorso di insediamento Luigi Petroselli nel 1979 rievocava con forza il principio e il sentimento dell’umiltà – dice Raggi – raccogliendo l’eredità di un altro gigante della storia capitolina, Giulio Carlo Argan». Infine, nel presentare i nove assessori della giunta, cinque uomini e quattro donne oltre alla sindaca, Raggi sottolinea che «nessuno di loro è un politico, ma sono tutti cittadini che hanno deciso di mettere la loro competenza al servizio di questa bellissima città e di noi tutti».
Dopo Roma l’Italia? Ne è certo il deputato e membro del direttorio 5stelle Alessandro Di Battista: «Noi lavoriamo dal primo giorno per arrivare al governo del Paese ». Mentre Di Maio da Tel Aviv assicura che la squadra di Raggi «farà meravigliare». E risponde alle critiche delle opposizioni sull’esistenza di un “manuale Cencelli” grillino, con relativa spartizione di poltrone fra le “correnti” del M5S: «Niente di più falso – ribatte il vicepresidente della Camera – applicare i modelli dei partiti al Movimento significa non capirlo». Intanto la capogruppo del Pd Michela Di Biase annuncia un’opposizione determinata ma costruttiva: «Sarà più faticoso che stare in maggioranza, ma la faremo con rinnovato impegno e grande slancio».