Repubblica 8.7.16
E Di Maio vola in Israele: “Un tour per la pace”
Visiterà anche la Palestina
di Annalisa Cuzzocrea
TEL
AVIV. «Siamo venuti prima di tutto ad ascoltare», dice Luigi Di Maio
del suo viaggio in Israele insieme ai parlamentari delle commissioni
esteri di Camera e Senato, Manlio Di Stefano e Ornella Bertorotta. Lo
dice quando sul lungomare della città vecchia di Jaffa è quasi il
tramonto, con alle spalle il palazzone dell’ambasciata italiana e le
palme di Tel Aviv, mentre due ragazzi con indosso solo il costume
attraversano la strada che comincia a farsi animata. La prima giornata
di un tour che prevede - equamente divise - le visite in territorio
israeliano e palestinese, passa interamente dentro l’ambasciata italiana
dello Stato di Israele, dove il vicepresidente di Montecitorio e i
compagni dell’M5S parlano di start up e innovazione, ma soprattutto
incontrano tre associazioni non governative che - per dirla con Di Maio -
«lavorano, anzi spingono, per la pacificazione». Breaking the silence,
Parents Circle e B’Tselem sono organizzazioni israeliane che denunciano
le violazioni del diritto nei territori palestinesi. Si limitano a dire
che sono stati incontri interessanti, i 5 stelle, ma ribadiscono la
posizione che da tre anni hanno manifestato in Parlamento sulla
questione medio orientale e che proprio ieri veniva ripresa dal blog di
Beppe Grillo: «La soluzione è solo politica e risiede nel rispetto del
diritto internazionale, vale a dire nell’applicazione della risoluzione
del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite del 1967 - si leggeva
ieri sul sito - che istituisce un ritiro totale dell’esercito israeliano
da Gaza, dalla Cisgiordania e da Gerusalemme Est; uno smantellamento di
tutte le colonie illegali, il rispetto delle frontiere dei territori
occupati nel 1967 e un accordo vero di tutte le parti in causa sul tema
del ritorno dei rifugiati palestinesi ». Rivendicazioni che Israele oggi
non considera in alcun modo realiste. Di Stefano - da sempre critico
nei confronti di Tel Aviv - precisa: «È chiaro che per conoscere e
capire questa regione sia necessario ascoltare tutte le posizioni».
Così, oggi toccherà al museo dell’Olocausto, a Gerusalemme. Poi
Ramallah, Betlemme, Hebron e il tentativo di entrare nella Striscia di
Gaza, anche se i permessi non sono ancora arrivati. Mentre lunedì,
l’ultimo giorno, sarà riservato agli incontri più istituzionali alla
Knesset, il Parlamento israeliano. Ci sarà anche una colazione riservata
con due scrittori importanti come Abraham Yehoshua ed Etgar Keret. E
nei territori, l’aiuto di una ong italiana come la milanese Vento di
terra. Ma com’è stato già a Londra, Parigi e Berlino - e come sarà a
settembre negli Usa - il viaggio (con al seguito un fotografo personale)
è soprattutto un tour di accreditamento internazionale per Luigi Di
Maio: «Siamo stati invitati sei mesi fa dall’ambasciata israeliana in
Italia - dice il vicepresidente della Camera - per questo siamo qui,
perché pensiamo che quel che deve fare uno Stato come l’Italia è
ascoltare affinché si possa, insieme all’Onu, portare la pace e ricucire
i rapporti tra le varie parti di questa regione».