venerdì 8 luglio 2016

Repubblica 8.7.16
Aurelia Sergi, la vedova di Petroselli
“Virginia parla al popolo, l’ho votata anch’io”
“Ma dev’essere più grintosa”
intervista di Concetto Vecchio

ROMA. Professoressa Aurelia Sergi, Virginia Raggi ha detto di volersi ispirare all’umiltà di suo marito, l’ex sindaco comunista Luigi Petroselli. Se l’aspettava?
«Sono in ferie nella mia Sicilia, e non ho seguito il suo discorso in Campidoglio, ma questa citazione mi onora».
Lei per caso l’ha votata?
«Sì, non c’era altra scelta».
Non ha votato Pd?
«Non mi attirava. Ho 86 anni e ho sempre votato a sinistra, prima Pci e poi tutti i partiti che gli sono succeduti. Per la prima volta non me la sono sentita».
Perché?
«Guardi a com’è ridotta Roma: fa pena. Mi viene da piangere. Resto di sinistra, ma stavolta ho voluto cambiare».
Però anche la sinistra in campagna elettorale aveva portato suo marito a esempio.
«Sì, ma questa sinistra divisa, frammentata, senz’anima, non mi piace più. Lo dico con dolore, ma è così».
Che consiglio dà alla sindaca?
«Di interessarsi di più alle borgate. Cominci da lì. Mio marito le aveva risanate. Quella gente si è sentita delusa soprattutto dalla sinistra. Tutti noi abbiamo avuto troppe delusioni. E infatti ora le periferie votano per il Movimento Cinquestelle».
La sindaca non è apparsa incerta nei suoi primissimi passi?
«Infatti la vorrei più grintosa, più sciolta, avranno pesato la timidezza e la paura di sbagliare. Virginia però mi piace. Mi sembra una donna onesta, animata dalle migliori intenzioni. La ragazza faccia le cose, le faccia in silenzio, con coraggio, e si faccia rispettare. Vedrà che i romani saranno con lei».
Ma sarà all’altezza?
«Lo spero, saranno i fatti a parlare. Ha davanti a sé un lavoro enorme. Governare Roma è un’impresa titanica. Un esercizio quotidiano faticoso, difficilissimo. La generazione di mio marito ci arrivava preparata, dopo una lunga gavetta, studiavano, c’erano le Frattocchie, le responsabilità si assumevano per gradi. Oggi tutto succede in fretta».
Suo marito è il sindaco più amato di sempre. Come lo spiega?
«Era un uomo umile, parlava ai ceti più popolari e ha davvero cambiato la città. Queste cose la gente le percepisce benissimo. Nei mercati continuamente mi fermano: “Ah, se ci fosse suo marito”. Ora Luigi è morto da 35 anni e il suo ricordo è ancora vivo. Non è incredibile? ».