Repubblica 4.7.16
Christine Lagarde. il direttore dell’Fmi:
«Bisogna imparare a redistribuire le ricchezze imporre limiti ai privilegi e tutelare i più deboli»
«Una globalizzazione dal volto umano la sfida per battere le disuguaglianze»
intervista di Anais Ginori
Ora che i britannici sono usciti alcuni commissari Ue non potranno più dare la colpa a Londra per le riforme lente
Perché le nostre analisi non sono state ascoltate? Forse perché non scriviamo in 140 caratteri?
AIX-EN-
PROVENCE. «Dobbiamo uscire dalla Brexit a testa alta». Con un gioco di
parole, Christine Lagarde vede nell’esito del referendum britannico
un’opportunità, il momento per ripensare non solo la governance dell’Ue,
ma anche quello della globalizzazione. La direttrice del Fmi ha
partecipato alle Rencontres di Aix-en-Provence, conferenza che riunisce
ogni anno il gotha economico francese e internazionale. Nel ricordare i
tanti vantaggi dello sviluppo degli scambi e dell’abolizione delle
frontiere negli ultimi decenni, dalla diminuzione della povertà
all’aumento dell’educazione, Lagarde ha però ammesso che si è scavato il
divario tra “vincitori” e “perdenti”.
«Le soluzioni ai problemi
oggi sono globali, lo sappiamo» ha osservato Lagarde, facendo l’esempio
dell’epidemia di Ebola o dell’inquinamento che per definizione non si
fermano ai confini. «Come nell’economia, molte delle dinamiche non
possono essere risolte dai singoli paesi». Nonostante quest’evidenza, la
direttrice del Fmi ha fatto un discorso critico sull’attuale
situazione. «Si è verificato un aumento delle disuguaglianze su cui è
importante intervenire» ha continuato, battezzando l’idea di una
“globalizzazione benevola”, dal volto più umano, che sappia
redistribuire la ricchezza, imporre limiti ai privilegi e tutelare i più
deboli. Il Fmi, ha aggiunto, ha avviato anche diverse riflessioni, tra
cui una sulla creazione di nuove regole nella libera circolazione dei
capitali.
Sull’Europa, Lagarde ha fatto una battuta: «Ora che i
britannici sono usciti, alcuni commissari non potranno più dare la colpa
a Londra per la lentezza di alcune riforme». Nel merito, la direttrice
del Fmi pensa che bisogna «lavorare sulla realtà economica, ma anche
sulla comunicazione di questa realtà ». «C’è un evidente sfasamento tra
quello che vedono i popoli e la situazione effettiva» ha commentato. «E’
drammatico vedere che la Banca europea per gli investimenti fa dei
piani importanti per rilanciare alcune regioni senza quasi annunciarlo,
lasciando che nessuno se ne accorga. E così tutti possono continuare a
vedere Bruxelles solo come un groviglio di burocrazia ». L’altro esempio
che dimostra lo “sfasamento” tra popoli ed élite è la campagna
elettorale per la Brexit. «Sono stati vani tutti i nostri sforzi per
spiegare in modo onesto, razionale, con dati e cifre oggettive, cosa
bisognava temere in caso di uscita dall’Ue».
Lagarde ha ricordato
la battuta con la quale il conservatore Michael Gove ha liquidato in
modo sprezzante gli argomenti del remain «We have too many experts»,
abbiamo troppi esperti. «I mercati hanno sbagliato pensando che sarebbe
tornato tutto apposto dopo il voto, ma purtroppo si vede che gli esperti
avevano ragione. Perché allora non sono stati ascoltati?». L’esito del
referendum va al di là della Gran Bretagna e pone quello che la
direttrice del Fmi definisce un “problema di percezione”. «Dobbiamo
domandarci: perché i nostri commenti, basati su fatti e comprovati
dall’esperienza, non sono serviti a convincere?» ha continuato Lagarde.
«Forse perché non ci esprimiamo in 140 caratteri? O perché troppo spesso
continuiamo a usare un linguaggio tecnico? E’ importante interrogarci
su questo deficit di comunicazione e risolverlo rapidamente ».
La
sedicesima edizione delle Rencontres économiques di Aix-en-Provence
aveva come titolo: “In un mondo di turbolenze, cosa aspettarsi da un
Paese?”. L’organizzatore Cercle des Economistes, presieduto da
Jean-Hervé Lorenzi, ha pubblicato alla fine della tre giorni di incontri
una dichiarazione con 12 proposte, tra cui un miglior coordinamento tra
Stati e attori della società civile, l’avvio di un’Europa a due
velocità con un nocciolo di paesi più integrati, la creazione di uno
spazio culturale europeo comune, dando la priorità all’educazione e alla
formazione. «Lo status quo non può essere la risposta alla Brexit» ha
sottolineato anche Pierre Moscovici, presente a Aix. Moscovici ha anche
ribadito la necessità di accelerare l’integrazione dell’eurozona, con la
creazione di un ministro unico delle Finanze. Punto sul quale si è
mostrato d’accordo il ministro francese dell’Economia, Emmanuel Macron.
«Abbiamo tentennato per mesi a non concentrarsi sull’eurozona per non
urtare britannici e polacchi» ha osservato Macron, anche lui invitato
dal Cercle des Economistes. «Ora si vede come ci stanno ringraziando» ha
aggiunto con ironia.