Repubblica 4.7.16
M5S nella bufera scontro Raggi-direttorio giunta in alto mare
La neosindaca si è presa una pausa dopo gli scontri con la Lombardi e la Taverna. I ruoli di Frongia e Marra
I sospetti del gruppo dirigente romano sulle invasioni di campo di Di Maio. La prima cittadina si sente ormai commissariata
di Annalisa Cuzzocrea e Mauro Favale
ROMA.
Una gita in campagna. Per far sbollire la rabbia, per ripensare alla
sua strategia, per riflettere sulle prossime mosse. Nel mezzo della
bufera a 5 Stelle, quando mancano tre giorni alla presentazione della
giunta e ancora almeno tre caselle da completare, Virginia Raggi si
prende ventiquattr’ore di vacanza e passa la domenica fuori Roma, in
campagna, in compagnia del figlio.
Oggi sarà di nuovo in città
dove l’attende — stasera — una riunione decisiva con il
“mini-direttorio”, i 4 portavoce romani che il Movimento le ha messo
accanto ufficialmente per sostenerla nella sua attività. Una convivenza
già a dir poco complicata, viste le frizioni con la deputata Roberta
Lombardi e l’attivismo della senatrice Paola Taverna, le due donne forti
del “gruppo di sostegno” alla sindaca. Ma diventata ora quasi
insostenibile con liti continue, scontri sulle nomine da fare, prese di
posizione durissime: la sindaca ha cercato di scrollarsi di dosso un
controllo che vive come improprio rafforzando il suo asse con il
vicepresidente della Camera Luigi Di Maio. Non è un caso che mentre
infuriava la polemica sulle nomine fatte senza consultare nessuno
(quella del fedelissimo Daniele Frongia a capo di gabinetto e di
Raffaele Marra come suo vice) sia stato proprio il candidato premier in
pectore del Movimento a dare una copertura politica all’operato di chi
considera, a tutti gli effetti, un’alleata: «Noi non abbiamo pregiudizi
verso nessuno — ha detto venerdì al festival dei due mondi di Spoleto —
chi ha distrutto il Paese non fa parte dei nostri progetti, ma chi ha
operato bene, anche in altre forze politiche, può e deve essere
coinvolto».
Peccato che mentre pronunciava quella frase, dando il
via libera a una nomina su cui il minidirettorio aveva già posto un
altolà (e cosa ben strana, non era neanche stato consultato), Beppe
Grillo in persona chiamava Virginia Raggi costringendola al passo
indietro. Avallando così la linea ortodossa di Lombardi e Taverna contro
quella pragmatica di chi ormai si sente alla guida dei 5 stelle. Mentre
Alessandro Di Battista da mesi in asse con Di Maio e grande sponsor
della sindaca - si tiene stranamente defilato, lontano da una battaglia
cui avrebbe preferito non assistere.
«Non possiamo permetterci di
avere in squadra uno così», è stata la sostanza del ragionamento di
Grillo, riferito soprattutto ai passati incarichi di Marra: già
collaboratore di Gianni Alemanno al ministero dell’Agricoltura e di
Renata Polverini alla regione Lazio. Ma soprattutto in forza all’Unire
con l’ex ad di Ama - finito nell’inchiesta Mafia Capitale - Franco
Panzironi. Lo stesso Panzironi la cui segretaria Gloria Rojo è stata per
qualche mese con la Raggi ai vertici di una società di recupero
crediti, la Hgr, una delle cose che non erano state inserite nel
curriculum.
E così, l’incarico di Marra, nel giro di 48 ore è
diventato «temporaneo». Quasi un flash, visto che il dirigente
capitolino dovrebbe durare in quel ruolo meno di una settimana. Spostato
«ad altro incarico», filtrava ieri dal Campidoglio, anche per evitare
che possa intentare un’azione legale (un ricorso? una richiesta di
risarcimento?) dopo la sua rimozione. Marra potrebbe a questo punto
rientrare al dipartimento delle Partecipate che ha guidato fino al 2013.
Un ruolo di peso, ma non certo così vicino al sindaco come prima. E lì
potrebbe ritrovarsi come assessore proprio Frongia, architetto
dell’operazione che Grillo ha fatto saltare.
Per non rompere
tutto, il minidirettorio avrebbe dato il via libera al cambio, con la
promozione di Frongia nel ruolo di vicesindaco “politico”. Ma resta
vuoto il posto di capo di gabinetto del sindaco. Come restano ancora
scoperti gli assessorati alla Mobilità e al Commercio. Al Bilancio
sembra confermata la scelta di Daniela Morgante, ex assessore di Ignazio
Marino. Mentre rispunta il nome di Marcello Minenna, dirigente Consob:
potrebbe andare alla Ragioneria generale del Campidoglio.