domenica 3 luglio 2016

Repubblica 3.7.16
Il saggio
Uno sguardo illuminista sul naufragio sociale
In “Futuro interiore” Michela Murgia riflette sui temi delle migrazioni e dello straniero, su democrazia e bellezza e su convivenza e competizione
di Leonetta Bentivoglio

La lettura del nuovo libro di Michela Murgia, Futuro interiore, provoca subito due pensieri. Il primo tocca la magica possibilità di sdoppiamento di un’autrice che pochi mesi fa firmò Chirù, romanzo classico, pieno di riferimenti letterari. Ora Michela trasmigra dentro la forma saggistica puntando alla sintesi di un pamphlet lucido e rovente. Due anime coabitano nel suo approccio al mondo. Quella politica, ben testimoniata dai tre testi analitici che compongono Futuro interiore, è autonoma rispetto a quella immaginativa, tuffata nei meandri e nelle sfumature della fiction.
La seconda riflessione riguarda l’aspetto illuminista di Futuro interiore, spaccato di una conoscenza che osserva il presente cercando soluzioni al «naufragio sociale in atto» grazie a un raziocinio che bandisce dogmi e pregiudizi. Affronta nodi di oggi partendo da un temerario grado zero lo sguardo della Murgia, esponente di quei nati negli anni Settanta a cui il volumetto pare implicitamente dedicato: un popolo di precari e individualisti troppo giovani per chiudere la partita ma troppo vecchi per giocarla davvero. Da sopravvissuti che vagano tra le macerie di guerre sociali che non hanno combattuto, possono assumersi il sogno del futuro rispondendo a tre domande.
Eccole. Sapremmo dire chi siamo senza evocare sangue e popolo? La democrazia avrà spazio per la bellezza? Si può essere potenti insieme, anziché uno contro l’altro? Ai tre quesiti Murgia replica con rapide dissertazioni. La prima, «Cittadini di un mondo scelto », delinea il ritratto dell’attuale Europa invasa dagli “stranieri” ipotizzando gli esiti maligni connessi all’invecchiamento della popolazione europea e all’idea statica di cittadinanza. A tali rischi si oppone il multiculturalismo, fertile di progressi sociali e da intendersi come alternativo al melting pot (assemblante gruppi etnici chiusi) e all’adattamento forzato a un modello culturale dominante.
La seconda parte, «Abitare la democrazia », percorre con efficacia il rapporto tra architettura e potere attraverso una disanima della nozione di bellezza e il disegno di una mappa di luoghi, esempi al positivo o al negativo in grado di cogliere il legame tra la democrazia (o la sua mancanza) e l’edilizia in quanto specchio di ottiche strategiche. L’ultima sezione, «Capitani contagiosi», esplora il potere sondando i suoi sistemi di esercizio e le concezioni di gerarchia, e segnalando la ricchezza e contraddittorietà delle energie comportate dalla rete. Per un verso è ambito di elusione del potere e mezzo di dissenso per i cittadini; per l’altro è tramite di controllo sulla gente da parte del potere stesso. Il serpente si divora la coda. Non resta che mirare a un potere relazionale dove le persone siano il fine dell’azione e non il suo strumento.
FUTURO INTERIORE di Michela Murgia EINAUDI PAGG. 84 EURO 12