sabato 2 luglio 2016

Repubblica 2.7.16
Rcs, ora il rilancio è di Cairo
Aumentato il rapporto di concambio con i titoli del suo gruppo da 0,16 a 0,17 per un valore ad azione di 0,765 euro
Ma il cda della Rizzoli promuove l’Opa di Bonomi: “Prezzo congruo”
di Giovanni

MILANO. Urbano Cairo non si arrende e rilancia ancora per cercare di assicurarsi il controllo di Rcs attraverso l’Ops (Offerta pubblica di scambio) lanciata dalla sua casa editrice. Il cda riunitosi ieri sera ha deciso infatti di ritoccare il rapporto di concambio da 0,16 a 0,17 azioni Cairo per ogni azione Rcs consegnata. Ai prezzi di chiusura di ieri le azioni Cairo segnavano 4,5 euro e dunque il valore implicito assegnato ai titoli Rcs è di 0,765 euro, che si confronta con 0,8 euro dell’Opa lanciata da Andrea Bonomi e i suoi soci. Inoltre l’editore di Alessandria ha tolto la Mac, cioè quella condizione per cui in caso di eventi eccezionali (come per esempio potrebbe essere la Brexit) l’offerente può sfilarsi e non ritirare le azioni consegnate. Questa condizione rimane, invece, nell’Opa Bonomi ma potrebbe essere tolta nella settimana entrante.
L’ultima condizione rivista da Cairo per l’Ops riguarda il finanziamento con le banche di Rcs. Va bene l’ultimo contratto che è stato rinegoziato dall’attuale management, rimane però che le banche creditrici non devono chiedere il rimborso dei finanziamenti in caso di cambio del controllo. A questo punto Cairo spera che nei prossimi giorni i mercati volgano al rialzo in modo che le azioni della sua società si possano rivalutare trascinando con sè il valore offerto per le Rcs. Anche perchè se l’Ops non andasse in porto Cairo ha promesso di distribuire ai suoi soci un dividendo straordinario di 20 milioni che equivale a 0,25 euro per azione. Insomma, una battaglia all’ultimo centesimo che porta sempre più in alto la valutazione della casa editrice che pubblica il Corriere della Sera e la Gazzetta dello Sport. Il valore complessivo assegnato alla società, infatti, è salito a 836 milioni inclusi i debiti che lo scorso marzo erano pari a 411 milioni.
La differenza tra le due offerte è però sostanziale. La proposta di Bonomi & C. è di pagare 0,8 euro in contanti agli azionisti che a quel punto decidono di uscire dall’investimento e il loro guadagno o perdita dipenderà dal valore di acquisto delle azioni Rcs che hanno in portafoglio.
Diverso il discorso di Cairo che invita gli azionisti Rcs a restare nel mondo dell’editoria prendendosi azioni della sua casa editrice, la Cairo Communication, invece delle Rcs. Partecipando così al processo di ristrutturazione del gruppo che Urbano Cairo in prima persona ha annunciato di voler portare avanti tagliando costi e rilanciando i giornali italiani e spagnoli. La prima è una proposta puramente finanziaria, la seconda implica una valutazione industriale dell’operazione.
L’esito finale si saprà solo il 15 luglio e l’ultimo rilancio al buio per entrambi i contendenti potrà arrivare venerdì 8. Chi riuscirà a prendere la quota maggiore di azioni sarà decretato vincitore e gli azionisti che hanno consegnato le azioni all’offerta perdente potranno spostarle a favore di quella del vincitore. Se Cairo riceverà almeno il 50% più una azione allora dovrà ritirarle per forza e la sua quota di controllo nella Cairo si diluirà dal 72 al 50%. Ma potrà decidere di ritirarle anche se arrivasse solo al 35% e risultasse vincitore rispetto all’Opa concorrente. Lo stesso vale per Bonomi il cui prezzo di 0,80 euro ieri è stato considerato congruo dal cda Rcs anche se si attesta nella parte inferiore del range di valutazione dell’esperto indipendente.