Repubblica 1.7.16
Guerra grillina tra correnti bloccata la giunta Raggi Il direttorio chiede posti
La
Lombardi insiste per un ruolo di primo piano a favore di Marcello De
Vito. Di Maio invece ha ottenuto un assessorato per Laura Baldassarre
di Mauro Favale
ROMA.
Prima il “fuoco amico” di Roberta Lombardi sulla nomina del vicecapo di
gabinetto di Virginia Raggi indicato come “filo-Alemanno”. Poi i dubbi
di Marcello De Vito, mister preferenze del M5S sull’annuncio della
giunta: «È probabile ma non certo», dice, che arrivi il 7 luglio,
durante la prima seduta del consiglio comunale. Una formula vaga quanto
basta che segnala, ancora una volta, le difficoltà che la sindaca a 5
Stelle sta riscontrando nel comporre la sua squadra.
Parole che,
al netto dello svarione sul regolamento (un sindaco è obbligato a
presentare la sua squadra durante il primo consiglio comunale) riportano
all’interno del M5S le criticità dei primi 12 giorni di governo Raggi.
La sindaca, al momento, appare stretta tra le correnti, nel mirino
proprio della Lombardi, deputata romana e componente di peso del
“mini-direttorio” che supporta la neo eletta. Ma, soprattutto, primo
sponsor di De Vito che lei avrebbe voluto come candidato al Campidoglio.
Bisogna
partire da qui per provare a leggere le prime mosse della Raggi, unica
tra i sindaci eletti il 19 giugno a non avere completato la sua giunta. E
vale la pena tornare alle Comunarie 5 Stelle di febbraio, che vedevano
contrapposti De Vito (già candidato nel 2013 contro Ignazio Marino,
“portato” dalla Lombardi) e Raggi (sostenuta da Alessandro Di Battista).
Vinse quest’ultima e proprio Di Battista, pubblicamente, tentò la
mediazione: «Il candidato sindaco che vincerà, nomini il secondo
arrivato come vicesindaco». Una proposta destinata a naufragare di
fronte alla netta contrarietà della Raggi che per quel ruolo, già
allora, avrebbe preferito di gran lunga Daniele Frongia, suo braccio
destro.
Cinque mesi dopo, nonostante il 67% al ballottaggio, la
sindaca ha dovuto sottostare ai veti interni: il suo no a De Vito
vicesindaco (dirottato ora alla presidenza dell’Assemblea capitolina) ha
scosso i delicati equilibri del M5S. E così, la Raggi, come
contraccolpo, è stata costretta a rinunciare a Frongia in giunta,
nominandolo capo di gabinetto. Col doppio risultato di lasciare scoperta
la casella di vicesindaco che ora andrà a un esterno al M5S (a Livorno e
a Parma quell’incarico è stato assegnato al più votato in consiglio). E
spostando Frongia alla guida del suo gabinetto. Per supportare
quest’ultimo (che, a causa della legge Severino non può firmare atti di
spesa) è stato “ingaggiato” come suo vice-Marra, criticato due giorni fa
dalla Lombardi.
Ora, nonostante non sia stata resa pubblica
l’ordinanza di nomina, filtra che l’incarico del dirigente capitolino
(che ha lavorato anche alla Regione Lazio sotto Renata Polverini) sarà
«a tempo». Durerà, dicono, 10-15 giorni, il tempo di mettere in moto la
macchina amministrativa. Poi verrà sostituito (forse da un magistrato) e
lui potrebbe andare a ricoprire un altro ruolo.
Al di là del caso
specifico, resta la conflittualità mai sopita con la Lombardi che, al
momento, non vedrebbe riconosciuto il suo peso in giunta. Al contrario
di Luigi Di Maio, ad esempio, che potrebbe incassare la nomina
dell’assessore al Sociale, Laura Baldassarre, collaboratrice (in Unicef e
al Garante dell’infanzia) di Vincenzo Spadafora che per Di Maio cura i
rapporti istituzionali. Le posizioni da occupare all’interno
dell’amministrazione, però, sono ancora tante e la Lombardi sembra stia
premendo per avere persone di riferimento all’Urbanistica e al
Patrimonio.
Nel mezzo della battaglia tra correnti, oggi la Raggi
vedrà, in udienza privata, Papa Francesco. Potrebbe essere l’occasione
per affrontare col Pontefice il dossier Imu da far pagare alle strutture
Vaticane. Più volte, la sindaca in campagna elettorale aveva segnalato:
«Anche il Papa è d’accordo». L’obiettivo è incassare 400 milioni di
euro l’anno.