venerdì 1 luglio 2016

Corriere 1.7.16
Raggi dal Papa (fuori Agenda)
Una lettera last minute per essere ricevuti
E il Vaticano sceglie la linea della realpolitik
L’incontro inserito in extremis nell’agenda papale
di Massimo Franco
Non sapevano che papa Francesco a fine giugno «chiude» per un mese con gli incontri ufficiali. E allora, in fretta e furia i vertici del Campidoglio hanno preparato una lettera con la richiesta ufficiale di un’udienza per la nuova sindaca, Virginia Raggi. È partita la sera del 22 giugno, poche ore dopo avere scoperto le regole vaticane della pausa estiva. E ieri Jorge Mario Bergoglio e la Segreteria di Stato vaticana hanno fatto sapere che l’eletta più famosa del Movimento 5 Stelle è stata inserita in extremis negli ultimi incontri papali prima delle vacanze estive: Francesco la riceverà questa mattina. Per ogni sindaco di Roma, il passaggio in Vaticano è obbligato. E i Pontefici lo sanno così bene che di solito fanno uno strappo alla prassi di ricevere solo capi di Stato e di governo.
Nel caso della Raggi c’è qualcosa di più: l’appartenenza al movimento di Beppe Grillo, e la coincidenza col Giubileo. E soprattutto la curiosità di decifrare una formazione politica dai contorni ambigui, che però nella Capitale ha fatto il pieno di voti; e dunque diventa un interlocutore obbligato anche della Chiesa. «Non c’è allarme», si sono limitati a dire in Vaticano dopo il ballottaggio per il Campidoglio del 19 giugno. «C’è solo un attesa aperta e fiduciosa. Se il sindaco chiederà di essere ricevuta, il Santo Padre la riceverà. Aspettiamo e vediamo». E così è stato. La «prima cittadina» finora non ha detto molto sui rapporti con Oltre Tevere: solo che farà pagare l’Ici agli esercizi commerciali della Chiesa.
Ma questo, si fa notare, lo hanno detto anche il Papa e la Cei. L’atteggiamento, dunque, è di prudenza. D’altronde, da almeno tre anni il M5S cerca a intermittenza contatti col mondo cattolico: un riflesso della sua ricerca di identità contraddittoria e irrisolta. Già nell’ottobre del 2013 una delegazione fu ricevuta dal sostituto alla Segreteria di Stato, monsignor Giovanni Angelo Becciu. E alcuni mesi fa, quando in Senato il M5S ha rotto l’asse col governo sulle unioni civili, si disse che il gesto era stato compiuto anche per compiacere il Vaticano. Ancora, il 3 maggio scorso, il «primo ministro» del Papa, cardinale Pietro Parolin, aveva risposto a una domanda sulla Raggi dicendo: «Le auguro ogni successo». Non era un’investitura o un appoggio; il gesto di cortesia diplomatica, tuttavia, è stato evidente.
Anche alcuni vescovi nei mesi scorsi avevano ricevuto richieste di incontri e colloqui «per conoscersi»: benché soprattutto a livello regionale. Probabilmente, a spiegare l’atteggiamento della Chiesa è un misto di realpolitik e di consapevolezza dei problemi di una città abbandonata a se stessa troppo a lungo. L’esigenza di avere qualcuno con cui discutere è evidente. E la sindaca del M5S è una novità dai contorni ancora sfuggenti, ma che comunque arriva dopo il vuoto delle ultime due cattive Amministrazioni. Il fatto che i flussi elettorali parlino di un voto cattolico riversatosi abbondantemente sui candidati di Grillo spiega ancora meglio questa attenzione: tanto più che l’Istituto Carlo Cattaneo di Bologna considera il movimento «il vero Partito della Nazione».
La sua capacità di raccogliere consensi trasversali ha umiliato il Pd di Matteo Renzi. E ha segnalato l’esistenza di una forza che macina voti in quelle periferie cittadine così amate da Bergoglio. Non solo. Il fatto che il M5S attiri anche gli elettori della Lega xenofoba di Matteo Salvini lo accredita come alternativo a una destra in rotta di collisione con il Papato argentino su temi come l’immigrazione: sebbene le posizioni del Movimento in materia siano oscillanti e ambigue. Con cautela, in Vaticano vogliono capire se e quanto le parole d’ordine moderate di personaggi come il vicepresidente della Camera, Luigi Di Maio, diventeranno quelle dell’intero movimento; e dunque se davvero i seguaci di Grillo vogliano creare le premesse per essere accreditati come forza in grado di aspirare al governo.
La legittimazione da parte della Santa Sede è una delle tappe inevitabili di questa tormentata metamorfosi: soprattutto per le ricadute internazionali che può avere. La stessa ansia grillina di criticare le sanzioni occidentali contro la Russia di Vladimir Putin incrocia le buone relazioni tra Santa Sede e Cremlino. L’esigenza che la Raggi fosse ricevuta quanto prima a Casa Santa Marta andava inserita anche in questo contesto. La "prima cittadina" della Capitale, grazie alla carica che ricopre, è vista dai vertici del M5S come una sorta di apripista per abbattere un muro di diffidenza tuttora molto resistente Oltre Tevere. L’unica cosa certa è che quando nei giorni scorsi si sono diffuse le voci di un’udienza con la Raggi a breve scadenza, i collaboratori hanno chiesto conferma al Papa. E Francesco ha riferito che fino a mercoledì sera, 22 giugno, non aveva ricevuto nessuna richiesta in tal senso. Era vero: gli uffici capitolini della sindaca stavano ancora mettendo a punto la lettera che di lì a poche ore è stata recapitata alla Segreteria di Stato.