Repubblica 17.7.16
Rcs pronta a voltare pagina Cairo al vertice entro luglio
La cordata sconfitta si divide ma non ci saranno battaglie legali. Domani l’assemblea dell’editore alessandrino
Della Valle secondo azionista, Mediobanca lascia
di Giovanni Pons
MILANO.
Urbano Cairo scalda i muscoli in vista del suo ingresso in Rcs
Mediagroup dopo aver vinto la battaglia dell’Opa. «La velocità di
esecuzione è fondamentale», ha ripetuto spesso nei giorni caldi, ma ora
bisognerà vedere quando riuscirà ad avere in mano le chiavi
dell’azienda. I passaggi che devono essere ancora fatti sono molti e
anche alquanto complessi. Innanzitutto domani si svolgerà l’assemblea
della Cairo Communication in cui si dovrà deliberare l’aumento di
capitale da 70 milioni che era stato annunciato a battaglia in corso. A
valle dell’assemblea il cda di Cairo dovrà dire ma è scontato - se
accetta o meno il 48,8% di azioni Rcs arrivato dall’Opas. Il problema è
che Cairo non sa ancora quante azioni Rcs avrà effettivamente in mano
alla chiusura delle operazioni. E’ infatti molto probabile che Imh
(International media holding), la holding dei concorrenti, non dichiari
efficace la sua offerta e dunque non ritiri quel 13% che è affluito
sull’Opa cash da 1 euro. Investindustrial, il fondo di Andrea Bonomi che
ha il diritto di veto in Imh, per statuto non può accettare di
diventare azionista di minoranza di una società che non controlla.
Dunque quel 13%, dal giorno 22, potrà migrare verso l’Opas di Cairo che a
quel punto potrebbe salire ben oltre il 51% di Rcs, in teoria fin quasi
al 62%. Tutto ciò aumenterà l’esborso cash della Cairo Communication
(al momento la liquidità è di circa 95 milioni) e diluirà la quota
dell’azionista di maggioranza, cioè di Urbano Cairo, che dal 72% attuale
potrebbe scendere sotto il 51% della sua casa editrice.
Ma a
questo punto bisogna aggiungere un altro tassello a questo complicato
puzzle. Nelle ultime concitate ore della battaglia Cairo in persona ha
acquistato da un intermediario anglosassone, si fa il nome di Sand Grove
Capital, il 4,2% di azioni Rcs (pagando di tasca sua 22 milioni) e poi
lo ha apportato all’Opas della Cairo Communication. Un’operazione che
secondo i legali della parte avversa non è regolare in quanto Cairo è
una parte correlata del soggetto che ha lanciato l’Opas. In ogni caso
Bonomi e soci non sembrano propensi a voler affrontare ricorsi e cause
legali che porterebbero alla paralisi della situazione per molto tempo.
Inoltre la Consob non sembra voglia esprimersi su questi temi entrando
nel merito della partita ma preferisce regolamentare le Opa concorrenti
quando la polvere si sarà abbassata.
C’è ovviamente rammarico sul
fronte Mediobanca anche perché all’inizio dell’ultima settimana la
partita sembrava vinta per Bonomi & C. Alcuni hedge fund,
infatti, avevano rastrellato in Borsa rotondi pacchetti di azioni Rcs a
0,98-0,99 euro e contavano di portarli all’Opa cash incassando un euro e
lucrando la differenza. Ma il parere legale dello studio Erede sulla
revocabilità dell’Opa perdente ha insinuato in questi investitori il
dubbio di non poter incassare l’euro cash e quindi molti di questi
pacchetti sono stati rimessi in vendita e acquistati da altri
investitori che poi hanno portato le azioni all’Opas di Cairo. Anche il
3,4% della famiglia Rotelli sembrava indirizzato verso Bonomi ma alla
fine qualcuno li ha convinti a smezzare la consegna in modo da non
parteggiare per uno o per l’altro. In questo modo la situazione si è
ribaltata.
Dunque il risultato finale potrebbe essere il seguente:
i soci Imh si dividono, ognuno per la sua strada, con Della Valle che
ha il 7,4% di Rcs e che potrebbe incrementare ulteriormente la sua
posizione («sono compratore», ha sempre detto) magari acquistando tutto o
parte di quel 2,17% che è stato rilevato da Imh a Opa in corso
attraverso un finanziamento. Della Valle diventerebbe così il secondo
socio di Rcs con il 10% avendo comunque un buon rapporto con Cairo.
Pirelli potrebbe mantenere il suo il 4,3% e Mediobanca (6,5%) ha sempre
detto di voler uscire ma a prezzi convenienti. Tuttavia già da domani
sia il titolo Rcs sia il titolo Cairo potrebbero subire aggiustamenti al
ribasso senza la rete delle offerte pubbliche.
Al termine di
questo lungo percorso, verso fine mese, si sapranno le quote di possesso
definitive e a quel punto il cda di Rcs dovrebbe dimettersi per lasciar
spazio al nuovo socio di maggioranza. Se non sarà così Cairo dovrà
chiamare l’assemblea e revocare il cda con il suo voto maggioritario.
Allungando di un mese il suo ingresso in Rcs.